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Roma questionario choc alle famiglie con disabili. “Quanto non ti senti a tuo agio quando hai amici in casa?”

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Roma questionario choc alle famiglie con disabili. “Quanto non ti senti a tuo agio quando hai amici in casa?”

Roma questionario choc. Infuriano le polemiche

“Un questionario non vincolante”, almeno per il Campidoglio tanto che chi ha deciso di non compilarlo avrà pari diritti per accedere ai sostegni della Regione Lazio”. Ad affermarlo è stato l’assessore alle Politiche Sociali e alla Salute Barbara Funari parlando del questionario destinato alle famiglie con disabili.

Il questionario choc inviato alle famiglie con disabili in casa ha scatenato mille polemiche per le domande a dir poco vergognose. Alcune domande che hanno scatenato (giustamente) l’ira di chi ha ricevuto il questionario sono: “Da zero a quattro quanto ti vergogni del tuo familiare?“, oppure “Quanto risentimento provi nei suoi confronti?”, e peggio ancora “Quanto non ti senti a tuo agio quando hai amici in casa?

Il sindaco di Roma Gualtieri ha chiesto subito spiegazioni all’assessore alle politiche sociali Barbara Funari e, poco dopo, sono arrivate le ‘scuse’ del dipartimento alle Politiche sociali, che ha inviato una lettera a tutti i municipi chiedendo di sospendere il questionario per la presentazione di nuove domande.

“Dopo le prime segnalazioni dei cittadini sul questionario da somministrare in base alla delibera di Giunta regionale sull’albo dei caregiver familiari, come Roma Capitale abbiamo dato disposizione per fa sì che non fosse vincolante per le domande già ricevute, mentre sulle future domande stiamo predisponendo il fatto che non sia preso in considerazione”, ha spiegato l’assessore Barbara Funari.

Roma questionario choc

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.

Dettagli della vicenda

Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.

Le conseguenze legali

Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.

Indagine della Corte dei Conti

Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.

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