La siccità a Roma, come in buona parte d’Italia, non dà tregua. E se non dovesse allentare la propria morsa nemmeno nelle prossime settimane, sarà avviato il piano di allerta idrica. Tra le possibili misure, il riutilizzo dell’acqua depurata e il razionamento notturno dei flussi potabili, cui potrebbe aggiungersi la chiusura delle fontane pubbliche (i cosiddetti ‘nasoni’). Attualmente la situazione, sul fronte del bacino del Peschiera, da cui la provincia capitolina attinge 3/4 delle proprie riserve, non è da allarme rosso. Visto però il perdurare dell’assenza di piogge, Acea e gli enti competenti vi tengono gli occhi fissi, senza distrazioni.
SICCITÀ A ROMA, I DETTAGLI DEL PIANO ANTI CRISI
Martedì dovrebbe avere luogo un incontro per fare il punto e decidere come far fronte ad un’eventuale crisi siccità a Roma. Una delle proposte è che artigiani e piccole imprese possano servirsi delle risorse provenienti dai depuratori. Non solo: al vaglio c’è anche la messa in campo di autocisterne per i rifornimenti di acqua potabile. E non si esclude nemmeno il rischio razionamento idrico, che potrebbe coinvolgere le zone del quadrante sud-est, dove l’acqua arriva attraverso condutture piuttosto ‘vecchie’. All’Osservatorio quindi ora non resta che alzare gli occhi al cielo e sperare che la pioggia arrivi entro metà luglio. In caso contrario, già da inizio agosto i romani potrebbero trovarsi alle prese con l’attuazione del piano.