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Roma, coniglietti incatenati sotto il sole: interviene l’Oipa

Roma, coniglietti incatenati sotto il sole: orrore in un palazzo in zona San Giovanni

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Roma, coniglietti incatenati sotto il sole: interviene l’Oipa

Roma, coniglietti incatenati sotto il sole. Gli animali, due, un maschio e una femmina, sarebbero certamente morti se non fossero stati trovati. Una catena, che qualcuno aveva loro posto al collo, gli impediva infatti di muoversi, costringendoli a sopportare le altissime temperature di questi giorni. In più, nessuno aveva provveduto a dare loro né cibo né acqua. Per fortuna, l’intervento dell’Organizzazione Internazionale Protezione Animali è stato decisivo per salvargli la vita. L’episodio, che risale alla scorsa settimana, è stato segnalato da un condomino e dal portiere del palazzo dove i coniglietti vivevano.

CONIGLIETTI INCATENATI, IL RACCONTO DELL’OIPA

Quando sono stati trovati, sul terrazzo condominiale, gli animali si trovavano stretti uno accanto all’altro. “Il maschio – racconta una delegata Oipa – aveva gli occhi arrossati, mentre la femmina era piuttosto magra. Così li ho presi e portati via“. Ma, così facendo, ha scatenato la dura reazione dei padroni dei coniglietti incatenati: “Mi hanno aggredita – prosegue la donna – E non è servito dirgli che ero una guardia zoofila intervenuta per un’emergenza. Mi hanno insultata, dicendo che gli animali stavano bene e che dovevo andarmene“. Invece la situazione faceva vedere ben altro: “Erano estremamente sofferenti. È un miracolo che li abbia trovati vivi“.

CONIGLIETTI INCATENATI, PROPRIETARI NEI GUAI

Adesso l’Oipa, con l’ausilio di un’altra associazione locale, è riuscita a trasferire i due coniglietti in un rifugio. E qui resteranno finché non troveranno un’altra famiglia che si prenda davvero cura di loro. “Grazie a delle tenaglie abbiamo tolto loro le catene. Poi gli abbiamo dato acqua e verdure fresche“, aggiunge la delegata. Che conclude spiegando che i proprietari non la passeranno liscia: “Il nostro sportello legale in questi giorni con una lettera denuncerà l’accaduto all’amministratore del palazzo, cui chiederà informazioni. Dopodiché, sarà sporta denuncia per maltrattamenti“.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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