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Cultura

I vincitori romani della 21esima edizione del Premio Letterario Racconti nella Rete

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I vincitori romani della 21esima edizione del Premio Letterario Racconti nella Rete

I vincitori romani della ventunesima edizione del Premio Letterario Racconti nella Rete

La giuria tecnica della 21^ edizione del premio letterario “Racconti nella Rete” ha selezionato i venticinque racconti che saranno inseriti nella nuova antologia del Premio edita da Castelvecchi. “Complimenti ai vincitori” – dal presidente Demetrio Brandi – “e un sincero ringraziamento a tutti gli autori che hanno partecipato con entusiasmo a questa ventunesima edizione, contribuendo con la qualità delle loro opere a far crescere ulteriormente il nostro concorso”. 

I vincitori di Racconti nella rete saranno premiati a Lucca in occasione della 28^ edizione del festival LuccAutori, in programma dal 17 settembre al 2 ottobre 2022 alla Biblioteca Agorà, Palazzo Bernardini, Isi Barga e Villa Bottini. Nelle giornate di sabato 1 e domenica 2 ottobre, in programma a Villa Bottini, alla presenza degli autori vincitori del premio Racconti nella rete, sarà presentata in anteprima la nuova antologia contenente i racconti selezionati.   Il disegno di copertina è stato realizzato dal disegnatore umoristico Milko Dalla Battista.

Il premio Buduàr per il miglior racconto umoristico è stato assegnato a Chiara Pardini per il racconto “Festa di compleanno”, mentre il premio AIDR (Associazione Italiana Digital Revolution) al vincitore più giovane, Alessio Manfredi Selvaggi, per il racconto “Diverso da chi?”.

i vincitori romani di racconti nella rete

  • Gabriella Cirillo vive e scrive a Roma storie per bambini e racconti brevi per adulti. Psicologa clinica,è laureata in filosofia. Ha partecipato a corsi di sceneggiatura e di scrittura creativa. Scrive soggetti per le serie tv e per film alternandoli con la creazione di favole e racconti brevi. Il resto del tempo è per i suoi amici.
  • Federica Codebò è nata a Roma nel 1966 e vive e lavora in questa città. Le sue giornate sono tutte una continua corsa, ma poi succede che prende carta e penna, comincia a scrivere e il tempo perde quel ritmo veloce che non le piace. Il suo sogno nel cassetto è quello di riuscire a dare una forma a una storia a cui sta pensando da un po’.
  • Maria Luisa La Rosa, siciliana di nascita e romana d’adozione, ha una formazione professionale giuridica e una grande passione letteraria. Nonostante abbia sempre coltivato molteplici interessi, la scrittura è stata la costante fondamentale del mio intero percorso di vita.
  • Chiara Pardini è nata a Roma e laureata in Editoria e Giornalismo a La Sapienza, dopo diverse esperienze nel mondo della comunicazione digital, approda nel mondo della produzione cinematografica, occupandosi principalmente di marketing per film e serie tv. Da sempre appassionata di cinema, di aperitivi e di Jean Austen, negli ultimissimi anni si è riavvicinata alla scrittura creativa.
  • Marco Ruggiero è nato e vive a Roma. Classe ’82, maturità classica, laurea in Medicina e Chirurgia, Specializzazione in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, marito, padre di due figli, buon lettore. Un giorno come tanti avvia Word e inizia a scrivere. Frequenta corsi di narrativa con la Scuola Omero e partecipa con buoni risultati a concorsi  nazionali. I suoi racconti compaiono in riviste letterarie e in raccolte cartacee.
  • Riccardo Scafati nasce a Roma nel 1976. Dopo aver conseguito la maturità classica si laurea in Economia, senza mai abbandonare il suo interesse per gli studi umanistici.La passione per la scrittura nasce durante gli anni liceali. Risalgono a quegli anni le prime poesie e racconti brevi, di carattere prevalentemente fantastico e grottesco.In aprile 2022 è stata pubblicata la sua prima silloge “Nigredo”, casa editrice Nulla Die.

Racconti nella Rete 2022 – I 25 vincitori (in ordine alfabetico)

Alberto Bassetto “Otto” (Treviso),   GianMarco Cellini “Non sono stato rapito dagli alieni” (Lucca),  Gabriella Cirillo “Un tempo lontano da questo tempo” (Roma) (per bambini), Federica Codebò “Andrea” (Roma), Lucia Corsale “Rosetta” (Siracusa), Cesare Cuscianna “Variazioni Goldberg” (Caserta),  Miriam De Marco “Non sono Damiano” (Cosenza),  Gabriella Gera “La rivolta delle consonanti” (Milano) (per bambini), Antonella Landi “Il compleanno di Alice” (Livorno).

Maria Luisa La Rosa “A caduta libera” (Roma), Arianna Lumare “Punto e basta” (Bari) (per bambini), Alessio Manfredi Selvaggi “Diverso da chi?” (Campobasso) premio AIDR , Moreno Mojana “Tindara, una ragazza del sud” (Genova) , Chiara Pardini “Festa di compleanno” (Roma) premio BUDUAR,  Maria Cristina Peruzzini “Foglie d’ebano” (Pesaro), Silvia Rivolta “Il 3%” (Monza),  Marco Ruggiero “Il diretto Torino-Roma” (Roma), Stefania Salvi “Casting” (Roma), Marzia Santella “Zamino” (Rovigo), Benedetta Scafa “Grande chef” (Firenze), Riccardo Scafati “František” (Roma), Leonardo Schiavone “Annuso e lecco i piedi. No perditempo!” (Ancona), Irene Schiesaro “Solo il tarassaco” (Anzio), Oscar Tison “La porta in fondo al corridoio” (Belluno), Paola Zaldera “ Notte di guardia” (Biella).

Racconti nella rete 

raccontinellarete2022

Riprese a Lucca corto vincitore premio racconti nella rete. regia di giuseppe ferlito.

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Fantarcheologia: queste città sono esistite davvero?

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Fantarcheologia: queste città sono esistite davvero?

Fin dall’antichità l’uomo ha dedicato una parte importante della propria vita al pensiero e all’astratto. Un pensiero che ha dato vita a miti e leggende di cui parliamo e di cui cerchiamo le tracce ancora oggi, a metà del terzo decennio del nuovo millennio. È proprio questo il campo in cui si muove una branca dell’archeologia: la ricerca di testimonianze relative alle città e civiltà perdute. Oggi parleremo proprio di questo e proveremo a capire se questi miti hanno un fondo di verità.

Nel 360 a.C. Platone narrò nel suo dialogo “Timeo” di un’isola sconfinata, grande quanto Libia e Asia messe insieme, situata vicino alle Colonne d’Ercole. Più che un’isola un vero e proprio continente che noi abbiamo imparato a conoscere col nome di Atlantide. Per il filosofo greco, quella di Atlantide era una società ideale fatta di uomini lontani dalle debolezze “umane” e con una struttura formata da tre cerchi di terra e tre cerchi d’acqua. A dominare la scena erano dieci re che, sotto incarico di Poseidone, prendevano decisioni amministrative in piena armonia. Purtroppo, però, secondo la leggenda, i dieci si fecero corrompere dalla cupidigia scatenando l’ira di Zeus che riversò sulla città terremoti e diluvi che la sommersero per sempre.

Un’altra città che ha dato vita a miti e leggende e di cui si parla ancora oggi anche grazie a slot come El Dorado: The City of Gold e film come La Strada per El Dorado di Dreamworks, è la celebre “città dell’oro” Azteca. Secondo il mito l’El Dorado era una terra abbondante di ricchezze in cui l’uomo vedeva soddisfati i suoi bisogni senza sofferenza e senza bisogno di lavoro. C’è anche chi sostiene che si trovasse proprio qui la fonte dell’eterna giovinezza. Almeno è quello che credevano i conquistadores provenienti dalla Spagna che per cercarla si resero protagonisti di scorrerie e nefandezze di ogni tipo contro le popolazioni locali.

Tutti noi abbiamo ben presenti le incredibili sculture presenti nell’Isola di Pasqua, nel cuore del pacifico. In pochi sanno, invece, che la civiltà di Rapa Nui, venne fondata da navigatori polinesiani intorno al quarto secolo Dopo Cristo e che prosperò sfruttando le risorse naturali e faunistiche della zona. A conferma di questa tesi ci sono recenti scoperte archeologiche. Ne esistono poche, invece, della tesi contrapposta che sostiene che quando arrivarono sull’isola nel 1700, gli europei vi trovarono soltanto un territorio semi-deserto con una popolazione locale ridotta alla fame.

Ancora più avvolta nelle nebbie del mito è la civiltà di Lemuria che, si dice, fosse addirittura più antica di Atlantide. La leggenda di Lemuria è però molto più recente e risale al 19esimo secolo, periodo in cui alcuni studiosi ipotizzarono l’esistenza di un continente scomparso che avrebbe messo in comunicazione il Madagascar, l’India e L’Australia. Su chi la abitasse, su come fosse gestita e su quali piante e animali vivessero a Lemuria non esistono testimonianze storiche ma soltanto leggende estremamente suggestive.

Storia simile a quella di Lemuria è quella di Mu, un altro sconfinato territorio oggi scomparso e localizzato nel cuore dell’Oceano Pacifico. Anche in questo caso le principali leggende legate a Mu risalgono al 19esimo secolo e vanno ascritte all’opera di Augustus Le Plongeon, esploratore che dichiarò di aver trovato tracce Maya che parlavano di un’antica civiltà, quella di Mu appunto, che avrebbe avuto un impatto forte sulle popolazioni dell’Egitto e del Centro America. Purtroppo, però, le scritture di Le Plongeon non hanno trovato riscontri, né tantomeno prove archeologiche o testimonianze di sorta.

Non mancano miti e leggende di civiltà perdute anche nelle fredde terre del Nord e nelle regioni polari. Le due più note sono quelle legate a Iperborea e Thule, due regni di cui si hanno le prime testimonianze nelle opere di Erodoto e Plinio il Vecchio. Testimonianze che definiscono Iperborea come una terra abitata da entità vicine alle divinità e in cui regnavano serenità e ricchezza e Thule come un’isola localizzata ai confini delle terre note e popolata da popoli di guerrieri fieri e coraggiosi.

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Domenica delle Palme 2024: significato dei rametti d’ulivo benedetti

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Domenica delle Palme 2024: significato dei rametti d’ulivo benedetti

Oggi, 24 marzo, si celebra la Domenica delle Palme, festa della tradizione cattolica che precede la Pasqua e ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. La data di questa festività varia ogni anno in base alla fine della Quaresima.
La Domenica delle Palme è la domenica che precede la Pasqua e si ispira alla festa ebraica di Sukkot, la “Festa delle Capanne”, durante la quale si ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella a un asino, accolto dalla folla con rami di palma o ulivo come simbolo di vittoria e pace.
La festa è osservata da cattolici, ortodossi e alcune Chiese Protestanti, ed è nota anche come la domenica della “Passione del Signore”.

La Domenica delle Palme commemora l’ultimo ingresso di Gesù a Gerusalemme prima della sua morte, quando fu accolto dalla folla agitando rami di palma e fu salutato con Osanna. Questo segna l’inizio della Settimana Santa, i sette giorni che precedono la Pasqua e che culminano con la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo.
Durante la celebrazione della Domenica delle Palme, si benedicono i rametti di ulivo o palma, simboli di acclamazione, trionfo e immortalità di Cristo. Questi rametti vengono poi distribuiti ai fedeli durante la messa speciale dedicata alla ricorrenza.

La liturgia della Domenica delle Palme prevede la lettura della Passione di Gesù tratta dai Vangeli di Marco, Luca, e Matteo. La lettura viene fatta da tre persone che impersonano Cristo, il cronista e il popolo, e narra l’arresto, il processo giudaico e romano, la condanna, l’esecuzione, la morte e la sepoltura di Gesù.

Dopo la messa della Domenica delle Palme, i fedeli hanno l’usanza di portare a casa i rametti di ulivo benedetti, che vengono utilizzati per benedire la tavola imbandita prima del pranzo pasquale. I rametti diventano poi dei sacramentali, protetti dal diritto canonico, e possono essere seppelliti o riportati in chiesa per essere bruciati in vista della celebrazione del Mercoledì delle ceneri. Con la Domenica delle Palme ha inizio la Settimana Santa, che si conclude con il Giovedì Santo.

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