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Incendio Centocelle, Morassut (PD) attacca: “Il termovalorizzatore fa paura”
Incendio Centocelle, il deputato dem Morassut teme una manovra per far naufragare il progetto della giunta Gualtieri
Torna a parlare dell’incendio Centocelle Roberto Morassut. L’attuale vice capogruppo Pd alla Camera ed ex assessore capitolino all’Urbanistica fu tra i primi a denunciare apertamente il ‘terrorismo ecologico’ che aleggiava dietro l’episodio. “I magistrati devono accertare le cause – aveva detto sabato, mentre le fiamme imperversavano – ma come politica non possiamo restare alla finestra. Dobbiamo domandarci se vi sia una regia e l’azione di reti criminali“. Accuse che ribadisce, alzando ulteriormente i toni, quest’oggi, in un’intervista a Il Messaggero.
MORASSUT: “DESTABILIZZAZIONE EVIDENTE”
“A Roma – esordisce – c’è un clima di destabilizzazione evidente. Temiamo che, attraverso questi atti, si stia tentando di creare paura. A colpire è soprattutto la frequenza degli incendi, avvenuti subito dopo l’annuncio di una nuova politica dei rifiuti. La costruzione di un sistema pubblico, relativamente sia all’economia circolare che alla chiusura del ciclo. Sono stati colpiti dei luoghi sensibili“. Insomma, dietro ci sarebbe la mano della criminalità, che, sottolinea Morassut, “da sempre usa gli incendi per vari obiettivi, tra cui lo sversamento illegale dei rifiuti“.
La proposta dem avrebbe dunque colpito degli interessi: “E’ evidente – ammette il deputato – ma non voglio fare dietrologia. Il tema poi non riguarda solo il termovalorizzatore, ma anche la gestione della differenziata e del riciclo. Ad esempio, sui materiali ferrosi, i rom spesso vengono sfruttati per pochi soldi per bruciarli nei campi. Di qui si dà poi luogo a traffici internazionali, creando roghi tossici“. Morassut quindi non crede alla casualità, anche perchè, spiega “sabato avevamo temperature miti e i recenti temporali avevano imbevuto i terreni“.
MORASSUT: “A ROMA SERVE POTERE PIU’ FORTE”
Per mettere fine a questa situazione, non c’è dunque che una soluzione: “Roma ha bisogno di un’armatura del potere democratico più forte. Adesso è fragile e anche in Parlamento ci stiamo battendo per darle un nuovo ordinamento. Da dieci anni personalmente sostengo che debba diventare una città regione, con prerogative amministrative, finanziarie e legislative“. “Questa fragilità – aggiunge il deputato – data dalla globalizzazione, prima o poi si paga sul piano dell’immagine e della narrazione. E non è giusto, nè per Roma nè per i romani“.
La politica però non basta, anche i cittadini devono fare la propria parte: “I partiti, le reti civiche e quelle che sul territorio organizzano interessi e professioni vanno coinvolte attivamente. Sarebbe una risposta forte, che dà respiro alle decisioni, a chi cerca di fermare la riforma dei rifiuti. Ritengo che in ogni Municipio si debba discutere di obiettivi e progetti e da realizzare sul nuovo ciclo dei rifiuti. Penso ad esempio ai territori ad est di Roma, una vera e propria terra dei fuochi di discariche abusive“.
“Serve – prosegue Morassut – un patto sociale, impianti e nuove infrastrutture. Anche con l’ausilio del Generale Vaccalà, che, da Commissario per il risanamento delle discariche abusive, da anni porta avanti un lavoro straordinario“. E in campo devono scendere anche le forze dell’ordine: “E’ importante“, sottolinea l’onorevole. Che invita poi l’Amministrazione a provvedere ai cumuli di rifiuti per strada e agli sfalci: “Non ci possono essere alibi e l’impegno quotidiano non può basarsi solo sulle denunce. Sullo sfalcio, poi, ricordiamo le grandi aree nel cuore della città che sono private“.
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