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Cronaca

Roma, rapina a Torre Angela, colpo da un 350mila euro dopo l’assalto al portavalori

Roma, rapina a Torre Angela. Scene da film questa mattina nella zona del VI Municipio

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Roma, rapina a Torre Angela, colpo da un 350mila euro dopo l’assalto al portavalori

Roma, rapina a Torre Angela. Un commando è entrato in azione poco prima delle 8, prendendo di mira un furgone portavalori. Un blitz in piena regola, durato neanche un paio di minuti, e dal quale i malviventi hanno ricavato qualcosa come 350mila euro. Il mezzo si stava recando presso l’ufficio postale di via Anteo, al quale avrebbe dovuto consegnare il denaro che, come ogni primo del mese, era necessario al pagamento delle pensioni. Proprio quest’ultimo sarebbe stato l’obiettivo della banda, la quale, con l’ausilio di un camion messo di traverso sulla strada, ha bloccato il furgone in un angolo.

RAPINA A TORRE ANGELA, LE SCENE DA FILM

In sei, armati di pistole, hanno colto di sorpresa le guardie, poste nel vano contenente i contanti. Incuranti degli avventori della posta, ovviamente impauriti, hanno arraffato il bottino e poi si sono dati precipitosamente alla fuga. Per evitare di essere inseguiti, hanno poi esploso all’indirizzo degli stessi agenti non più di sei colpi d’arma da fuoco. Uno dei quali è stato fatale per uno degli uomini in divisa, colpito e ferito allo stomaco. La banda è infine salita su un’auto parcheggiata poco distante ed ha fatto perdere le proprie tracce. Sulla rapina a Torre Angela sta ora indagando la Squadra Mobile, Sezione antirapina, insieme ai colleghi del distretto Casilino.

rapina a torre Angela

 

Il bottino dei malviventi dopo l’assalto al portavalori in zona Torre Angela

Ammonta a circa 350 mila euro il bottino della rapina a Torre Angela. L’assalto al portavalori avvenuta questa mattina a Roma in via Anteo. In base a quanto accertato dalla polizia la banda era composta da almeno 5 persone. Il blitz è scattato nel momento in cui il mezzo blindato era aperto perchè era in corso lo scarico di denaro da un ufficio postale. La guardia giurata ferita è stata trasporta al policlinico Casilino, le sue condizioni non sono gravi. Sul posto la Scientifica per i rilievi.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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