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Italia

Stop Iva su pane e pasta: l’idea del Governo contro i rincari

Stop Iva su pane e pasta. Maxi risparmio in vista per le famiglie nel carrello della spesa

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Stop Iva su pane e pasta: l’idea del Governo contro i rincari

Stop Iva su pane e pasta e ridotta per carne e pesce. Queste tra le ipotesi al vaglio dell’esecutivo e che potrebbero far parte del Decreto Aiuti bis. L’imposta sul valore aggiunto verrebbe tagliata del 20% nel primo caso, mentre nel secondo si dimezzerebbe, passando dal 10 al 5%. A confermare le misure, ai microfoni di ‘Radio 24’, la vice ministra dell’Economia, Laura Castelli: “Le stiamo considerando concretamente, in alternativa o aggiunta ai 200 euro. Ne stiamo valutando i costi e soprattutto l’impatto sulla vita degli italiani“.

STOP IVA SU PANE E PASTA, IN ARRIVO IL DL AIUTI

A proposito del DL Aiuti, Castelli ha aggiunto che il via libera definitivo dovrebbe arrivare ad inizio agosto. Sulla sua stesura, in queste ore si stanno ridefinendo alcuni dettagli, tra cui un maggiore stanziamento di risorse. Per la precisione, intorno ai 13 miliardi: una cifra che l’esponente di IPF ritiene “possibile, molto vicina alla realtà“. Il finanziamento non avverrà in deficit, ma proverrà direttamente dalle casse statali, rimpinguate non poco nelle ultime settimane.

STOP IVA SU PANE E PASTA E LE ALTRE MISURE

Allo stop Iva si dovrebbero accompagnare anche il rinnovo sia del bonus di 200 euro che del taglio degli oneri di sistema e del credito d’imposta sulle bollette di luce e gas. Di questo il premier dimissionario Draghi parlerà con i sindacati nell’incontro di domani a Palazzo Chigi. Per le altre riforme, come il salario e il taglio del cuneo fiscale, occorrerà invece attendere l’esito delle elezioni del 25 settembre.

Cronaca

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.

Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.

Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.

La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte

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Cronaca

In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra

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Stato vegetativo per formaggio, giudizio pediatra mancato.

Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.

Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.

La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.

La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.

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