Italia
Affitti studenti, prezzi stabili a Roma: 465 euro per una camera singola
Affitti studenti, un dossier dell’Unione degli Universitari fotografa la situazione nella Capitale
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Affitti studenti, questo è il problema. Che, in concomitanza con la riapertura degli atenei dopo la pausa estiva, torna ad assillare chi si trova fuori sede. Quest’ultimo, non potendo fare il pendolare avanti e indietro tra casa e aula, si trova infatti a dover capire dove alloggiare durante i buchi delle lezioni. Un aspetto che ovviamente ha un costo, in aggiunta a quello da sostenere per le pratiche d’iscrizione. E quale sarà l’impatto di queste spese sul bilancio familiare o personale? A rispondere a questa domanda ci ha pensato l’Udu, stilando un apposito dossier.
AFFITTI STUDENTI, ROMA IN CONTROTENDENZA TRA LE METROPOLI
L’associazione ha analizzato gli annunci relativi a stanze singole o doppie presenti su uno dei tanti portali dedicati all’immobiliare. E i risultati sono stati sorprendenti: a Roma, diversamente che nelle altre grandi città italiane, i prezzi non hanno infatti fatto registrare il segno più rispetto allo scorso anno. Ad esempio, per una singola si spendono in media 465 euro, contro i 620 di Milano. Meglio della Capitale fanno però Padova e Firenze, dove affittare una stanza non costa più di 450 euro.
AFFITTI STUDENTI, IL CONTRIBUTO DELLA REGIONE
Il dossier sugli affitti studenti fa poi notare come, in cambio del prezzo, Roma offra servizi universitari adeguati e in gran quantità. In città, in particolare, ne è presente una vasta gamma, in grado di far fronte ai bisogni più disparati. A questa situazione ha inoltre contribuito anche la Regione Lazio: non solo con contributi e sostegni, ma anche con massicci investimenti sulle residenze universitarie. A queste strutture si calcola che dal 2013 sono stati dedicati circa 11o milioni del bilancio, per la gioia di quasi 20 mila beneficiari.
Cronaca
Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio
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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio
Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.
Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.
Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.
La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte
Cronaca
In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra
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Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.
Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.
La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.
La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.
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