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Cronaca

Aperitivo da 753 euro a Fregene: stabilimento balneare nei guai

Aperitivo da 753 euro a Fregene. I clienti coinvolti hanno presentato un esposto alla Procura di Roma

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Aperitivo da 753 euro a Fregene: stabilimento balneare nei guai

Aperitivo da 753 euro a Fregene. Una mazzata sotto forma di conto quella che ieri sera è stata presentata ad un gruppo di circa 20 amici romani. I quali si erano recati in un noto lido della città per spizzicare qualcosa al bagliore del tramonto. Quello che forse non si aspettavano è quanto ciò sarebbe loro costato. Ed enorme è stata loro sorpresa e delusione quando i camerieri glielo hanno comunicato. A questo punto, uno si potrebbe chiedere: ma cosa mai avranno ordinato per spendere così tanto? La risposta è presto data: patatine, pizzette, due bottiglie di vino e alcune bevande analcoliche. Non chissà cosa, si potrebbe obiettare. Senza tuttavia sapere cosa ha inciso realmente sul conto.

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Lo stabilimento coinvolto nella vicenda

APERITIVO DA 753 EURO, PARTE LA DENUNCIA IN PROCURA

Il prezzo del coperto dell’aperitivo da 753 euro. Circa 25 euro a persona, solo per aver accesso ad un tavolo. Cosa di cui in realtà avrebbero goduto solo alcuni del gruppo, costringendo invece gli altri a restare in piedi. Una cifra comunque che, moltiplicata per il numero dei commensali, avrebbe oltrepassato quota 500 euro. Davvero troppo, e non tutti avrebbero reagito con il classico ‘taci e paga’. Parte della comitiva si sarebbe infatti rivolta all’Associazione Giustitalia, da anni attiva a favore del rispetto del Codice di Consumo. Attraverso il suo tramite, i ragazzi hanno quindi denunciato il lido alla Procura di Roma. L’accusa formulata è quella di truffa, che potrebbe portare il gestore fino alla revoca della concessione.

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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