Cronaca
Atac, autista riconsegna borsa con 650 euro e il Campidoglio lo premia
Atac, autista riconsegna borsa piena di contanti. Il bellissimo gesto a bordo di un tram

Atac, autista riconsegna borsa con 650 euro in contanti e non solo. A darne notizia la stessa azienda municipalizzata del trasporto pubblico romano. L’episodio si sarebbe verificato nel pomeriggio di ieri, in piazza Risorgimento, nel quartiere Prati. È stato il protagonista, Fabio S., conduttore del mezzo della linea 19, ad accorgersi, appena giunto al capolinea, della dimenticanza di un passeggero. Una borsa da donna, contenente, oltre ai soldi e delle carte di credito, anche cellulare e documenti.
AUTISTA RICONSEGNA BORSA: LA REAZIONE DELLA PROPRIETARIA
Una borsa dunque non di poco conto per chi l’aveva smarrita. Per questo, l’autista, seguendo la prassi del caso, si è subito attivato per rintracciare il proprietario e procedere alla restituzione. E, anche grazie all’aiuto della sala operativa Atac e delle forze dell’ordine, immediatamente allertare, non ci ha messo moltissimo. Poco più tardi, infatti, gli si è presentata una donna peruviana, di professione badante. Dopo aver accertato che la borsa fosse effettivamente sua, le è stata porta insieme al suo prezioso contenuto dallo stesso autista. Che ha ricevuto in cambio il grazie commosso della donna.
AUTISTA RICONSEGNA BORSA: L’ANNUNCIO DELL’ASSESSORE PATANÈ
Ma le belle notizie per lui non si sono fermate qui. Prima l’azienda lo ha pubblicato elogiato per quanto fatto: “Ancora una volta – si legge in una nota – ringraziamo i nostri colleghi sul territorio, punto di riferimento importante per passeggeri e cittadini“. Poi al coro si è unito l’Assessore di Roma Capitale alla Mobilità, Eugenio Patanè. Il quale, dopo aver riconosciuto il “nobile gesto“, gli ha comunicato che esso non passerà sotto silenzio: “A fine anno – ha annunciato – Fabio sarà premiato in Campidoglio con la medaglia della città. Il suo gesto infatti è l’ennesima dimostrazione di quanto il personale Atac sia una risorsa per la nostra città“.
Cronaca
Wakeman presenta un concerto solista al pianoforte degli Yes

Un’ultima notte da solo al pianoforte, come ha fatto per una vita. Poi basta. Rick Wakeman, storico tastierista britannico già membro degli Yes del periodo d’oro, gli anni Settanta, dice addio a questo tipo di concerti.
Il saluto di un’icona della musica
Wakeman ha comunicato la conclusione della sua carriera dedicata a concerti solisti, dopo aver deliziato i fan con le sue esibizioni per anni. I suoi concerti hanno sempre rappresentato una fusione di virtuosismo e passione, rendendoli un’esperienza unica per il pubblico.
Un legame con il passato
Noto per il suo lavoro con gli Yes, Wakeman ha segnato un’era della musica rock progressive. Ora, con il suo ritiro dai concerti al pianoforte, si chiude un capitolo che ha incantato generazioni di ascoltatori.
Il futuro della musica per Wakeman
La decisione di Rick Wakeman segna un cambio significativo nella sua carriera. Sebbene chiuda questa porta, il suo contributo alla musica rimarrà impresso nella storia. Il tastierista promette di continuare a essere presente nel panorama musicale, ma con modalità diverse.
Cronaca
Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

Un papà italiano per garantire alle neomamme straniere il permesso di soggiorno: è questo il meccanismo rivelato da un’indagine condotta dal commissariato Viminale. Tre donne sudamericane avevano coinvolto due senza tetto e un pregiudicato nel ruolo di padri improvvisati per i loro figli, presentandosi negli uffici anagrafici degli ospedali per dichiarare la paternità. Gli investigatori hanno scoperto una rete di sfruttamento che traeva vantaggio dalla vulnerabilità degli uomini coinvolti, offrendo in cambio denaro, pasti e sigarette.
LA BANDA
Il principale artefice del raggiro è Simeone Halilovic, 53 anni, soprannominato Kojak, che si occupava di reclutare i falsi padri e definire i compensi. Al suo fianco operavano Daniele Amendolara, 35 anni, e Settimio Possenti, 55 anni, entrambi con precedenti penali. A supportare l’inchiesta c’è anche un clochard, testimone chiave che, dopo aver subito minacce, ha fornito testimonianze cruciali. Halilovic aveva convinto il clochard a dichiararsi padre di un bambino, mentre la madre, una cittadina venezuelana di 33 anni, lavorava come escort.
IL DNA
Le indagini hanno portato alla raccolta di prove biologiche grazie alla collaborazione del clochard, che temeva per la propria vita. Halilovic, dopo aver appreso della sua collaborazione con gli inquirenti, ha tentato di rintracciarlo, dichiarando: «Se lo trovo lo taglio». Gli agenti hanno scoperto che le madri erano in realtà conviventi con i veri padri dei bambini, portando alla luce un complicato sistema di false dichiarazioni. I test del DNA hanno confermato la verità riguardante le paternità, e per Halilovic e i suoi complici sono scattate misure restrittive, mentre le tre donne sono state poste agli arresti domiciliari. Il clochard, che ha assistito le forze dell’ordine, non è stato colpito da misure cautelari.
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