Italia
Bar e ristoranti, in arrivo la stangata autunnale: aumenti fino a 2 euro
Bar e ristoranti, la crisi morde sui costi. E a farne le spese sono, come al solito, i consumatori
Bar e ristoranti a giorni diventeranno più ‘salati’. Chi vorrà mangiare o semplicemente prendersi un caffè fuori, al momento di pagare, troverà una brutta sorpresa. Colpa dell’impennata dei prezzi, che avrà luogo a partire da settembre, a prescindere se la portata sarà servita ad un tavolo o (nel caso del caffè) consumata al bancone.
BAR E RISTORANTI: “TENERE A FRENO I RINCARI”
Le revisioni dei listini, denuncia Fiepet Confersecenti, sarebbero già in atto. Con conseguenze disastrose: “Se vorranno far sopravvivere le proprie aziende – spiega il presidente Claudio Pica – gli esercenti dovranno capire come tenere a freno gli aumenti di latte, energia, gas e farina“. E in quale altro modo è possibile se non rivalendosi sui clienti?
BAR E RISTORANTI, AUMENTI SU CAFFÈ E PRIMI PIATTI
Già da dopo l’estate, quindi, bere un caffè costerà molto di più: “A oggi – prosegue Pica – circa il 70% degli esercizi ha mantenuto il prezzo a 1 euro. In autunno però potrebbe essere adottato un rincaro nell’ordine tra i 10 e i 20 centesimi. Ciò si vedrà soprattutto con i cappuccini, sui quali incide il costo del latte, in aumento già da 6 mesi. Per la ristorazione, invece, prevediamo un incremento fino a 2 euro sui primi“.
BAR E RISTORANTI, PERCHÉ QUESTI RINCARI?
Le cause di questi segni più per bar e ristoranti sono molteplici e note: tra esse, gli strascichi della crisi causata dalla pandemia. Ai quali si sono aggiunti gli effetti della guerra in Ucraina, scarsità di materie prime e combustibili su tutti. Ma non solo: “Dobbiamo considerare anche – sottolinea Pica – l’aumento, per gli esercenti, dei costi di ricarica dei caloriferi delle pedane esterne. Che – spiega – proveremo a recuperare sulle portate servite dentro e fuori“.
BAR E RISTORANTI: “SERVE AIUTO DELLO STATO”
Da governo e Regione finora è arrivato poco o niente: “Avevamo chiesto una moratoria di sei mesi sui prestiti agli esercenti, ma non è stata concessa. E anche il bonus km zero, promosso dalla Pisana, in molti casi non è stato corrisposto“. Ma l’Associazione non si dà per vinta: “Dobbiamo puntare sulla filiera corta, aggregando più operatori per non acquistare in modo sparso. C’è bisogno dell’aiuto dello Stato per far fronte alla speculazione internazionale che produce i rincari“.
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