Cronaca
INSUGHERATA Piromane di 66 anni colto sul fatto: ora rischia grosso (VIDEO)
INSUGHERATA Piromane di 66 anni colto sul fatto: si tratterebbe di un residente nella zona

INSUGHERATA Piromane ha rischiato conseguenze gravi alla sua persona dopo essere stato pizzicato in flagrante. E’ accaduto questa mattina, intorno alle 5.30, nel borgo di Sant’Andrea, a poca distanza dal noto parco naturale. Un forte odore di sterpaglie in fiamme è infatti partito da una palazzina in via Casale del Sansone, espandendosi poi nei dintorni. Alcuni residenti lo hanno però avvertito e immediato è scattato l’allarme.
INSUGHERATA PIROMANE, IL RACCONTO DI UNA TESTIMONE
“La puzza si sentiva già dalle tre – racconta a ‘Canale 10’ una donna – Dopo circa due ore, però, ho sentito dalla strada qualcuno che gridava ‘al fuoco, al fuoco’. Così insieme a tante altre persone sono accorsa a vedere cosa stava succedendo. Abbiamo così notato un uomo, abitante anche lui nelle palazzine, che stava dando fuoco a delle sterpaglie all’interno della sua proprietà“.
INSUGHERATA PIROMANE HA RISCHIATO IL LINCIAGGIO
Sul posto così in breve sono giunti i Vigili del Fuoco e la Polizia. Alla loro vista, il piromane ha fatto come nulla fosse: con l’ausilio di una gomma per l’acqua, ha infatti subito spento il rogo provocato. Ciò però non gli è bastato ad evitargli la violenta reazione dei presenti: alcuni di essi hanno infatti provato ad avventarsi su di lui per malmenarlo. Per fortuna, l’intervento di altre persone è riuscito a farli desistere.
INSUGHERATA PIROMANE, LE POSSIBILI CONSEGUENZE PENALI
Al momento non si sa se il 66enne sia stato punito. Probabilmente dovrà rispondere di aver contravvenuto all’ordinanza del Campidoglio anti-incendi, che fa divieto di fare roghi anche nelle proprietà private, per non rischiare che si propaghino oltre misura. In più, in base all’art.423 del CPP, potrebbe subire una multa e la reclusione da 3 a 7 anni con l’accusa di minaccia alla pubblica incolumità.
Cronaca
Infrazione di spaccio di cocaina in Curva Sud: sei ultrà romanisti sotto indagine e collegamenti con i Senese

Il tifo per la Roma si intreccia con un sistema di spaccio di droga che coinvolge diverse tifoserie, replicando modelli di potere già esistenti. Le indagini attuali rivelano che, come ai tempi di ‘Fabrizio Piscitelli’, alias Diabolik, gli interessi legati al traffico di stupefacenti persistono, in particolare durante le partite.
Spaccio di cocaina in Curva Sud
Nella Capitale, l’attenzione della Direzione distrettuale antimafia si concentra sulla Curva Sud, associata al Gruppo Quadraro, emerso dopo lo scioglimento degli storici Fedayn. Questo gruppo è stato coinvolto in incidenti legati a rivalità con tifoserie, inclusa quella napoletana, culminata in un furto simbolico che ha portato alla scomparsa della loro identità ultrà. Le indagini hanno portato alla scoperta di un sistema di spaccio di cocaina organizzato nei bagni della Curva Sud durante le partite. Sei ultrà romanisti, compresi un minorenne e un nipote di un noto pregiudicato, sono stati accusati di gestire questa attività illecita. Gli indagati sono stati sottoposti a interrogatori e perquisizioni, con esiti che non hanno rivelato ulteriori dettagli rispetto a quanto già documentato.
Nuovi sviluppi a Milano
Parallelamente, a Milano sono emerse informazioni nel processo contro tre ultrà rossoneri riguardanti Luca Lucci, ex capo della curva sud. Durante le udienze, sono stati descritti i legami di Lucci con il rapper Fedez e le sue iniziative imprenditoriali, inclusa la creazione di una società per la sicurezza. Lucci ha avuto contatti con diversi rapper, destinando alcuni dei suoi collaboratori a gestire la sicurezza durante eventi.
Le indagini su entrambe le situazioni continuano, evidenziando una rete complessa di relazioni tra sport, criminalità e cultura popolare.
Cronaca
Una fiaccolata delle reti pacifiste in Campidoglio per Gaza

Mercoledì 2 aprile, alle 18:30, si svolgerà una fiaccolata in Piazza del Campidoglio per sensibilizzare sull’attuale situazione in Israele e Palestina. L’evento è parte di una mobilitazione nazionale promossa dalla Cgil, aperta a vari gruppi associativi e sindaci, incentrata su temi come lavoro, pace, diritti e ambiente. Gli organizzatori, tra cui Anpi Provinciale di Roma, Cgil Roma e Lazio, Libera Roma, e altri, hanno espresso che “non possiamo restare fermi e in silenzio davanti eccidi contro la popolazione palestinese e alla sottrazione della loro terra”.
Richieste al Consiglio di Sicurezza dell’ONU
Il testo dell’iniziativa sottolinea la necessità di un intervento del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e dei governi mondiali affinché il governo di Netanyahu interrompa le ostilità. Gli organizzatori affermano: “La rottura della tregua e la ripresa delle ostilità pregiudica la sicurezza e la vita delle persone”. Viene richiesto un cessate il fuoco duraturo, la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri palestinesi, la fine del blocco degli aiuti e sanzioni economiche contro Israele.
Appello della Cgil Nazionale
L’appello è supportato anche dalla Cgil nazionale, che ha dichiarato: “Non possiamo rimanere in silenzio e ci mobiliteremo con presidi e iniziative in tutta Italia per dire: ‘Fermate Israele. A Gaza e in Cisgiordania muore l’umanità’”. La fiaccolata del 2 aprile avrà la presenza del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
L’iniziativa mira anche al riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina da parte dell’Italia e dell’Unione Europea e alla protezione dei giudici internazionali della Corte dell’Aja.
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