Curiosità
Le ‘Fontanelle’ di Roma. Ecco dove sono le ultime tre rimaste con la testa di drago datate 1872

Storia delle Fontanelle di Roma
Alzi la mano chi non ha mai bevuto un goccio d’acqua in una delle tantissime fontanelle presenti nella capitale d’Italia! Dai Parioli a Tor Bella Monaca da Mostacciano a Fidene dal centro storico fino a Primavalle: l’urbe è piena di fontanelle che dissetano gratuitamente residenti e turisti. Icona della romanità e dell’ingegno degli antichi romani, i ‘nasoni’ sono uno dei simboli della nostra meravigliosa città. La Cronaca di Roma ha fatto delle ricerche per capire dove e quante sono le fontanelle più antiche rimaste ancora oggi in città. Andiamo a scoprirlo insieme.
Quante sono e perché le fontanelle vengono chiamate anche ‘nasoni’?
In base all’ultimo censimento effettuato dal corpo della polizia locale, in città sono oltre 2500 fontanelle. Un numero che richiede cura e manutenzione per il famoso ‘nasone’. Nel linguaggio romano, spesso le fontanelle vengono chiamate ‘Nasoni’ per via della cannella da dove fuoriesce l’acqua e per il foro che devia la traiettoria agevolando il sorseggio di chi beve. Ancora oggi il modello è sempre lo stesso, caratterizzato dal tipico foro superiore per bere. Nella città governata dal sindaco Roberto Gualtieri si contano circa 2.000 ‘nasoni’, dei quali 378 all’interno delle mura sono costruiti in ghisa, sono alte 120 cm e pesano circa 100 kg.
Le prime fontanelle con i cannelli a testa di drago?
Secondo wikipedia “Dopo la pausa in epoca risorgimentale e dopo l’unità d’Italia, la fortuna dei “beveratori” declinò definitivamente: l’incremento demografico e il conseguente ampliamento della città necessitavano di un servizio più capillare, soprattutto nei quartieri nuovi, dove nel 1872 il comune realizzò, in serie, su iniziativa del primo sindaco della capitale unitaria Luigi Pianciani, un certo numero di fontanelle per uso pubblico e gratuito, in ghisa, di forma cilindrica, alte circa 120 cm e provviste di tre semplici bocchette da cui l’acqua precipitava direttamente nel condotto fognario, attraverso una grata sulla base stradale. L’unico decoro era costituito dalle teste di drago che ospitavano i cannelli di uscita”.
Non si capisce bene se la scelta di decorare i cannelli con le teste dei draghi, derivò dallo stemma nobiliare del sindaco o di qualche suo assessore, oppure se fossero scelte prettamente estetiche. Ben presto le teste di drago scomparvero dai modelli successivi e rimase semplicemente un unico tubo metallico ricurvo che suggerì ai romani il nome di “nasone” con cui ancora oggi sono conosciute queste fontanelle tuttora numerose in città.
Queste fontane, tipiche di Roma, furono installate per la prima volta nel 1872, anche se qualcuno all’interno della Soprintendenza afferma che i prototipi dei ‘nasoni’ siano addirittura del 1855.
Va da sé che queste fontane, oltre a essere di dimensioni generalmente alquanto ridotte, erano quasi sempre prive di qualsiasi attributo artistico-architettonico, che risultava evidentemente del tutto superfluo. Tra il 1872 e il 1874, su iniziativa di Pianciani furono installate le prime fontanelle pubbliche. Le prime furono installate in Piazza della Rotonda, in via delle Tre Cannelle e in via San Teodoro.
Dove sono le fontanelle più vecchie di Roma?
A Roma sono rimaste soltanto 3 prototipi delle prime Fontanelle e, come è facile prevedere, sono tutte presenti nel centro storico della città. La più famosa è quella ubicata in piazza della Rotonda, al Pantheon, appena dietro la fontana rinascimentale, progettata intorno al 1575 da Giacomo Della porta, che si trova al centro della piazza.
La seconda si trova in via della Cordonata, una via che nel tratto finale della strada cambia nome, divenendo via delle tre cannelle, proprio per indicare che lì c’era la fontanella da tre cannelli dove poter bere l’acqua e lavare anche i panni.
L’ultima Fontanella, datata 1872, si trova a fianco dell’ambasciata del Belgio, in via di San Teodoro. Queste Fontanelle fanno parte della sovrintendenza delle belle arti, perché sono le prime e uniche fontanelle rimasta dal lontano 1872.
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Curiosità
Le probabilità di incontrare l’anima gemella a Roma, città dell’amore, sono tante

Sarà perché la mitologia ha tramandato molte storie d’amore e di passione tra le divinità romane o perché più in generale gli antichi romani erano noti per non sottrarsi affatto ai piaceri carnali e di coppia, ma nei secoli quella che si è costruita Roma è anche la fama di città dell’amore. Senza dubbio molto ha contribuito in questo senso la tradizione che colloca a Roma la nascita di San Valentino: Valentino sarebbe stato, infatti, un giovane vescovo che si oppose con decisione alla legge che nel III secolo d.C. vietava per ragioni militari ai giovani romani di sposarsi; proprio per la sua opposizione all’Impero Valentino fu giustiziato, prima di essere santificato due secoli dopo dal papa e di diventare nella cultura popolare il santo degli innamorati. Con questa eredità alle spalle, insomma, Roma non potrebbe non essere una città Cupido e capace di far battere i cuori.
I luoghi più romantici dove innamorarsi a Roma
Il romanticismo di molti scorci di Roma fa il resto. I tramonti sul Tevere visti da Ponte Milvio o da Ponte Umberto I sono perfetti per innamorarsi. I vicoli di Trastevere con la loro atmosfera di altri tempi sono quelli ideali per perdersi in compagnia della persona amata. C’è chi si è promesso amore eterno davanti alla Fontani di Trevi e dopo aver lanciato una monetina come buon augurio. I più religiosi potrebbero non voler perdere l’occasione di suggellare il proprio amore a San Pietro. E ancora Villa Borghese con il suo laghetto è il set ideale per un primo incontro galante, i più sospettosi potrebbero chiedere conto alla Bocca della Verità della sincerità dei sentimenti del partner e più goduriosi potrebbero concedersi una gita ai Castelli Romani con il partner o potenziale tale o una puntata alle terme. Qualunque sia, insomma, la propria idea di coppia Roma è il posto migliore per celebrarla. Due appassionati di calcio potrebbero sentire battere i propri cuori all’unisono, per esempio, anche durante un derby di Coppa Italia.
I siti d’incontri sono un’alternativa moderna per trovare l’anima gemella a Roma
Per chi trovasse comunque difficile, ai limiti dell’impossibile, innamorarsi nella Capitale un aiuto importante viene oggi da piattaforme, app, siti di incontri Roma. L’online dating è ormai un’ottima soluzione per cercare l’anima gemella quando il lavoro o altri impegni personali rendono impossibile frequentare la movida romana o ci si è appena trasferiti in città e non si ha ancora un gruppo di amicizie o, ancora, si è molto timidi o fuori dal giro degli incontri romantici ormai da un po’. Su un sito di incontri si possono impostare filtri come l’età dei potenziali partner, a che distanza massima devono trovarsi, che look è meglio abbiano, a che tipo di incontri è consigliabile che siano interessati: aumentano in questo modo le probabilità di conoscere nuove persone con cui si abbiano una certa affinità e più probabilità di costruire qualcosa. Anche se è conosciuta come la città dell’amore e a dispetto di un tratto che porta inciso nel nome (Roma è notoriamente l’acronimo di “amor”, il termine con cui i poeti si riferiscono da sempre all’amore), infatti, come tutte le grandi metropoli, Roma non si rivela sempre il luogo più facile dove le anime gemelle riescono a incontrarsi.
Come aumentare le probabilità di incontrare il partner giusto a Roma
Per scongiurare quel profondo senso di solitudine che si può sperimentare in città e trovare più facilmente il partner ideale, alcuni piccoli trucchi possono aiutare. Il primo e più importante è frequentare i posti giusti. Come in ogni altra città, infatti, non solo locali e luoghi di aggregazione hanno target diversi ma anche i quartieri tendono a essere frequentati da tipologie di persone diverse: se gli appassionati di cinema dovrebbero darsi appuntamento a Cinecittà, così, chi segue una certa musica e una certa cultura indie ha più probabilità di incontrare l’anima gemella al Quadraro o alla Garbatella.
News
Che fortuna! Errore delle Agenzia delle Entrate e 14 milioni di euro salvati

Roma – Un imprenditore, è riuscito a evitare di pagare una cartella esattoriale che ammontava a 13 milioni e 928mila euro dovuti a mancati versamenti dell’IVA, grazie a un errore ortografico nella destinazione della lettera. L’incredibile storia si è svolta a Roma, dove dal 2007, a causa di un errore di notifica, la cartella esattoriale non ha mai raggiunto il suo destinatario.
L’errore risiedeva nell’indirizzo. Invece di essere inviata a via Carlo Porzio Biroli 52, sulla Cassia, la cartella è finita a via Renato Birolli 52, sulla Prenestina. Questo errore ha portato la Corte di giustizia tributaria, in due gradi di giudizio, a dichiarare l’estinzione del titolo esecutivo contestato all’imprenditore assistito dagli avvocati Fabio Calò e Giuseppina Tenga. Il Corriere della Sera ha notato che una “L” in più ha trasformato Biroli in Birolli, causando la confusione.
Il caso ebbe inizio nel maggio 2022, quando l’Agenzia delle Entrate contestò all’uomo il mancato versamento di quasi 14 milioni di euro, dovuto a quindici cartelle esattoriali e due accertamenti. Tuttavia, a causa dell’errore nell’indirizzo, l’imprenditore “”sbadato”non aveva ricevuto nessuna notifica.
Dopo aver cercato di capire cosa stesse accadendo, il soggetto accusato scoprì che la notifica della cartella avrebbe dovuto essere inviata a via Renato Birolli 52 nel luglio 2007, ma lui non viveva a quell’indirizzo. Così, l’Agenzia aveva segnalato l’irreperibilità dell’imprenditore. Successivamente, furono inviati un’iscrizione ipotecaria e due atti interruttivi, tutti all’indirizzo sbagliato.
I giudici hanno concluso che la notifica non era mai stata completata correttamente e pertanto la pretesa è prescritta, dato che sono passati 10 anni dalla notifica. Lo stesso ragionamento è stato applicato anche per le altre cartelle.
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