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Cronaca

Incendio Malagrotta, esclusa la pista dolosa sul rogo dello scorso 15 giugno

Incendio Malagrotta, le ultime sulle indagini dagli uomini del Nucleo Operativo Ecologico

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Incendio Malagrotta, esclusa la pista dolosa sul rogo dello scorso 15 giugno

Incendio Malagrotta: non c’è stato dolo, ma le fiamme si sono sviluppate in maniera accidentale. Per la precisione, a causa dello smaltimento scorretto di un rifiuto presente nell’indifferenziata. Ne è convinto chi indaga sul tremendo rogo che ha sconvolto l’attività della regina delle discariche europee, mandandone letteralmente in fumo l’intero processo di trattamento dei rifiuti. I Carabinieri competenti in tema di reati ecologici sono al lavoro ormai da settimane e le loro conclusioni combaciano perfettamente con quanto riscontrato sul campo dai Vigili del Fuoco.

INCENDIO MALAGROTTA, CACCIA AI RESPONSABILI

Ad esse – riporta Il Messaggero – i militari sono giunti sia attraverso le analisi nell’area, attualmente sotto sequestro, sia ascoltando i dipendenti della struttura. Adesso si attendono dunque gli esiti della superperizia effettuata dal consulente della Procura. Solo a quel punto il pm Alberto Galanti determinerà i prossimi passi da effettuare. Intanto, si prova ad accertare le responsabilità, sia per quanto riguarda chi materialmente ha gettato nel cassonetto un rifiuto che non doveva (cosa molto difficile in realtà), sia a livello del personale e dei dirigenti dell’impianto. Entrambi saranno infatti accuratamente attenzionati, per capire l’eventuale colposità delle loro condotte.

INCENDIO MALAGROTTA, E AL RIFIUTO NON CONSONO

Ma le indagini si concentrano soprattutto su quale sia questo rifiuto non consono da cui tutto l’incendio Malagrotta sarebbe partito. Sotto questo aspetto, all’epoca, arrivati sul posto, i Carabinieri vi trovarono petardi e fumogeni, probabilmente utilizzati per i festeggiamenti della Conference League della Roma. Materiali che, per la loro infiammabilità, avrebbero dovuto essere smaltiti in tutt’altra location. Non si esclude però nemmeno l’ipotesi di una batteria al litio usata per alimentare una bici o un monopattino elettrico. Esemplari ne sarebbero stati infatti rinvenuti tra l’immondizia presente nella discarica, dove di recente hanno dato vita ad altre fiamme per fortuna sventate dall’antincendio.

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La vicenda che ha sconvolto Anzio: arrestato per violenza sessuale

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La vicenda che ha sconvolto Anzio: arrestato per violenza sessuale

Latina, 18 luglio 2025 – È stato convalidato il fermo del 32enne arrestato sabato scorso ad Aprilia dalla Squadra Mobile di Roma. L’uomo, di origine straniera, è stato interrogato questa mattina nel carcere di Latina dal giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Cario, alla presenza del suo avvocato difensore Leonardo Palombi.

Durante l’interrogatorio, il fermato ha ammesso le proprie responsabilità in relazione ai fatti avvenuti il 12 maggio scorso ad Anzio, ai danni di una giovane donna di 19 anni. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la vittima sarebbe stata aggredita nei pressi della via Nettunense, dopo essere scesa da un autobus.

Il 32enne, già noto alle forze dell’ordine per altri precedenti, è stato rintracciato nei giorni successivi presso la stazione ferroviaria di Aprilia, dove si trovava in attesa di un treno diretto a Roma. Gli agenti lo hanno fermato e condotto in stato di arresto.

A seguito della confessione, il giudice ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere, in attesa dei prossimi sviluppi dell’indagine.

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Roma, scandalo in divisa: sospesi quattro agenti, “spariti” 74 chili di droga durante le perquisizioni

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Roma, scandalo in divisa: sospesi quattro agenti, “spariti” 74 chili di droga durante le perquisizioni

Quattro agenti della Polizia di Stato, fino al 2023 in servizio presso il commissariato di San Lorenzo, sono stati sospesi dal servizio dal gip di Roma nell’ambito dell’inchiesta “Don Rodrigo”. Lo scorso 23 giugno, la stessa inchiesta aveva già portato all’arresto di due poliziotti e alla custodia cautelare per altre 16 persone.

I quattro, indagati a piede libero per falso, sono stati interrogati in sede di preventivo come previsto dalla riforma Nordio. Il gip ha disposto sei mesi di sospensione per una poliziotta ora all’Ispettorato Viminale e un anno per gli altri tre, di cui due alla squadra mobile di Napoli e uno che frequenta il corso da vice-ispettore.

Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, durante due perquisizioni a San Lorenzo gli agenti avrebbero omesso di sequestrare complessivamente 74,5 chili di hashish, poi finiti a due pusher amici di colleghi già arrestati.

Nel corso degli interrogatori, le versioni discordanti e contraddittorie dei quattro sono state giudicate inattendibili dal giudice, che ha evidenziato una “volontà precisa di non ricostruire la verità” per evitare responsabilità.

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