Cronaca
Mondo di Mezzo, le sorti di Buzzi e Carminati dopo le condanne in Cassazione
Mondo di Mezzo, il terzo grado ha confermato le pene comminate in appello. E ora cosa succederà ai due principali responsabili?
Mondo di Mezzo, l’ultima pagina giudiziaria è stata scritta ieri. E ha ‘regalato’ a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati rispettivamente dodici anni e dieci mesi e dieci anni di galera. La sentenza, arrivata dopo nove ore di camera di consiglio, sarebbe già stata applicata: Buzzi – riporta Il Corriere della Sera – sarebbe stato infatti arrestato nella notte a Lamezia Terme. Ora sconterà in cella gli ultimi sette anni che gli sono rimasti. Per Carminati invece sarebbe pronto un affidamento ai servizi sociali.
MONDO DI MEZZO, PENA RICALCOLATA IN APPELLO
La Cassazione aveva disposto il ritorno degli atti del processo Mondo di Mezzo in Appello: la pena avrebbe dovuto infatti essere ricalcolata dopo che l’aggravante mafiosa era stata esclusa ed era stato certificata l’esistenza di due organizzazioni criminali. Una delle quali, che faceva capo a Buzzi, si occupava di corruzione, mentre l’altra, condotta da Carminati, di estorsioni. Sul fronte politico, invece, i criminali non avrebbero fatto pressioni, ma ‘solo’ pagato mazzette a favore delle cooperative di Buzzi.
MONDO DI MEZZO, IL VERDETTO PER GLI ALTRI IMPUTATI
Quanto inoltre a Franco Panzironi, la Cassazione ha annullato quanto disposto in Appello e decretato che l’ex ad di Ama dovrà essere nuovamente giudicato. A suo carico restano comunque le responsabilità in merito al traffico d’influenze e alla turbativa d’asta. Rigettati invece i ricorsi degli altri imputati, per i quali è stata annullata solo l’applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata. Stessa sorte, ma integrale, anche per quelli presentati da Buzzi e Carminati.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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