Italia
Pannelli solari liberi contro il caro bollette, ok del Ministero agli impianti fino a 200 kw
Pannelli solari liberi contro il caro bollette, il via libera dopo la firma del ministro Cingolani sul decreto attuativo

Pannelli solari liberi, ora è ufficiale. Da oggi sarà possibile installare sul tetto della propria casa o azienda un impianto che produca fino a 200 kw di energia. In che modo? Dopo aver compilato un modulo, scaricabile da internet, si potrà inviarlo a chi gestisce la propria rete. Il quale, dopo aver effettuato che tutto sia in regola, effettuerà automaticamente la connessione. Una procedura semplificata, che finora era riservata solo agli impianti non superiori a 50 kw e che il DL Energia dello scorso aprile ha esteso anche a quelli più potenti. Fornendo una vera e propria manna dal cielo per famiglie e imprese in questo periodo di crisi energetica.
PANNELLI SOLARI LIBERI, LE CONDIZIONI
Utilizzando pannelli fotovoltaici da 200 kW, infatti, si potrà risparmiare in bolletta fino al 30%. Il tutto grazie ad un modello unico semplificato che non implica la richiesta di incentivi. Non necessitando quindi di autorizzazioni speciali, l’installazione rientra tra le opere di edilizia libera. Il Modello permetterà non solo di realizzare nuovi impianti, ma anche di potenziare quelli già esistenti. Tutto ciò però a particolari condizioni: in primis, che il cliente finale abbia già attivato un punto di prelievo e che l’intervento sia eseguito attraverso lavori semplici. Poi, l’impianto deve predisporre il ritiro presso il Gse dell’energia, che sarà messa dunque sul mercato.
PANNELLI SOLARI LIBERI, UNA PROCEDURA IN DUE FASI
Il Modello per i pannelli solari liberi si compone di due parti: la prima dovrà essere trasmessa telematicamente prima dell’inizio dei lavori al gestore. Il quale, a richiesta, dovrà indicare sul proprio sito web sia gli adempimenti cui l’impianto è tenuto durante l’esercizio che i soggetti ai quali si riferisce per le varie evenienze. La seconda parte andrà invece inviata una volta terminati i lavori. E, in caso positivo delle relative verifiche, si dovrà pagare al gestore una somma standard, definita da Arera, a copertura dei costi per la connessione.
Cronaca
Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio
Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.
Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.
Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.
La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte
Cronaca
In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra

Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.
Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.
La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.
La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.
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