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Caro Energia, l’ultimo allarme in Italia: “Bollette da 11 miliardi, 90mila imprese a rischio”

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Caro Energia, l’ultimo allarme in Italia: “Bollette da 11 miliardi, 90mila imprese a rischio”

Caro Energia, le previsioni per i prossimi mesi fanno dormire tutt’altro che tranquilli. Entro metà 2023 infatti 90mila aziende potrebbero essere costrette ad abbassare le saracinesche. Ciò perchè non riusciranno a pagare le maxi bollette che arriveranno loro di qui ad un anno. A confermarlo un’infografica di Unicusano, che mostra l’impatto delle sanzioni comminate alla Russia dall’Unione Europea. I cui effetti, al via dal prossimo febbraio, si ripercuoteranno non solo sulle imprese ma anche sulle famiglie. Tra le quali non mancano le preoccupazioni: 1 su 6 , svela l’indagine, teme infatti che Putin possa chiuderci (solo parzialmente?) i rubinetti.

CARO ENERGIA, FAMIGLIE E IMPRESE PREOCCUPATE

1 su 4, sempre secondo l’Università telematica, non riuscirebbe a sopportare dal punto di vista psicologico un calo del proprio reddito. Mentre 1 su 3 già vede le bollette, i carburanti e l’inflazione aumentare ancora di più. A pagare il costo maggiore dell’inasprimento della situazione economica italiana saranno, ovviamente, le imprese: finora, pur avendo ricevuto aumenti, solo per l’energia tra 10 e 20%, sono riuscite a non rivalersi sui consumatori. Ma, se continua così o peggiora, saranno costrette a rivedere al rialzo i prezzi. In questo caso, ad avviso di Unicusano, ogni famiglia spenderà per la spesa 771 euro, con un aumento del 10% a prodotto.

CARO ENERGIA, SCARSEGGIANO PETROLIO E GAS

A ciò si aggiungerà una forbice tra 1990 e 3667 euro entro il 2023 per i costi di luce e gas. Il motivo è il calo delle consegne giornaliere di petrolio al nostro continente: dagli 8 milioni di barili a gennaio, si è passati attualmente a 5,8. Di questi, appena 7.400 arrivano in Italia, dove ogni persona ne consuma 7,5 all’anno. Ma a scarseggiare sarà anche il gas naturale, arrivato a costare il 400% in più nell’arco dell’anno. Per questo, i Governi si sono dovuti attivare per un corretto utilizzo delle circa 900mila scorte disponibili fino a fine anno. Ciò per non rischiare di restare senza in caso di tagli agli approvvigionamenti.

CARO ENERGIA, LA CORSA AI RIPARI IN ITALIA

In Italia, in tal senso, le misure sono state già varate: si va dalla temperatura abbassata di 1 grado allo spegnimento giornaliero un’ora prima. L’accensione si avvierà invece una settimana dopo rispetto al normale, terminando una settimana prima. A questo scenario si potrebbe ovviare accelerando sulle fonti rinnovabili: più di un imprenditore su tre tuttavia non ha ben chiaro entro quanto arrivare al passaggio di consegne energetico. Diversamente dalla Commissione Europea, che intende portare a zero entro il 2030 la dipendenza dai combustibili fossili russi, sostituendoli con energie pulite e nucleare. Ma se su quest’ultimo si corre, sulle prime si registra un forte ritardo.

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