Cronaca
Parioli, estorsione a un 68enne con la ‘truffa dell’anello’. I Carabinieri arrestano due rumeni

Ai Parioli truffa dell’anello sventata dai Carabinieri
Nel quartiere Parioli, i Carabinieri della Stazione di Roma Nomentana hanno arrestato due cittadini romeni di 36 e 49 anni, entrambi nella Capitale senza fissa dimora e con precedenti, poiché gravemente indiziati dei reati di estorsione in concorso, vendita o commercio di prodotti con marchi falsi e introduzione nello Stato di prodotti con marchi falsi.
Lo strano atteggiamento tenuto dai due uomini era stato notato, già da qualche minuto, dai Carabinieri nel corso di uno dei quotidiani servizi di controllo del quartiere Parioli, al punto che i militari hanno deciso di seguirne gli spostamenti per verificarne le reali intenzioni, senza farsi però vedere dai due malviventi.
La truffa dell’anello
I cittadini romeni, all’altezza di una fermata dell’autobus, dopo aver avvicinato un uomo di 68 anni che era in attesa del bus, hanno lasciato cadere a terra un anello, che loro spacciavano come se fosse in oro, attirando l’attenzione del 68enne che è stato convinto a raccoglierlo. A quel punto i due uomini avrebbero proposto alla vittima di acquistare l’anello.
Nel frattempo è arrivato in fermata l’autobus che il 68enne stava attendendo e considerata la premura della vittima nel salire a bordo, i due indagati si sarebbero frapposti tra l’uomo e la porta d’ingresso del mezzo pubblico, esigendo del denaro.
La vittima, intimorita dall’atteggiamento dei due e temendo per la propria incolumità, ha deciso di consegnare loro una banconota da 50 euro ma a quel punto sono intervenuti i Carabinieri che li hanno fermati.
L’anello, recuperato dai militari, è risultato, ovviamente, finto e i due indagati ne avevano in tasca altri 50 dello stesso tipo. L’arresto dei due è stato convalidato. Per il 49enne è stato disposto divieto di dimora nel comune di Roma, (chissà se verrà rispettato N.d.R).
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Le Testimonianze
Immaginate la sorpresa quando Papa Francesco, con la sua umiltà disarmante, strinse la mano a nonna Rosina nella Casa della Carità della parrocchia di San Gregorio Magno, dandole la forza per affrontare la malattia. L’allora parroco Don Renzo Chiesa ricorda vividly quel momento: “Quando scese dall’utilitaria, chiese: ‘Ma questa è la famosa Magliana?'”. E non è finita qui: in un incontro esclusivo a Corviale con l’associazione Piacca, che aiuta chi ha avuto guai con la giustizia, Francesco volle ascoltare storie personali. Massimiliano Lustri, un tempo noto come “Er tapparella”, racconta: “Rise a crepapelle ascoltando i miei aneddoti, come quella volta che in un appartamento finii per pranzare con un’anziana”. Quell’incontro magico cambiò tutto: i ragazzi dell’associazione si reintegrarono nella società e ancora oggi portano al collo il rosario regalato dal Papa.
L’Abbraccio
E se vi dicessimo che un semplice abbraccio del Papa ha consolato un bimbo e lasciato un segno indelebile? Durante la visita alla parrocchia San Paolo della Croce al Serpentone, Francesco abbracciò Emanuele, un ragazzino di 8 anni, che con voce tremante gli chiese: “Mio papà è morto, era ateo, ma ci ha fatto battezzare, ora dov’è? Sta in paradiso?”. Il parroco Don Roberto Cattaneo, ancora emozionato, rivela: “Negli anni, il Pontefice mi chiamava per sapere come stava Emanuele”. Oggi, a 17 anni, Emanuele si è commosso profondamente alla notizia della scomparsa di Francesco, sostenuto dalla mamma Elisabetta Pacciotti: “Per lui è come aver perso un altro papà; il Papa lo rassicurò dicendo che suo padre era sicuramente in paradiso”. Ma le sorprese non si fermano: durante la pandemia, Francesco chiamò inaspettatamente per una benedizione in streaming, dimostrando un’umiltà che lascia senza parole. E poi, c’è la storia di Cinzia Desiati, la mamma di Fabrizio Di Bitetto, morto in un incidente: “Ricevetti una telefonata da un numero privato: ‘Sono Papa Francesco, non è uno scherzo’. Quella chiacchierata fu come una carezza, e mantenne la promessa invitandoci in Vaticano”.L’Incontro
Preparatevi a storie che vi faranno riflettere: Francesco era maestro nell’incontrare chi ne aveva più bisogno, come quando abbracciò Serena, una mamma che aveva perso la figlioletta Angelica. Oppure, nella parrocchia di Santa Bernadette Soubirous a Colli Aniene, dove in un ritrovo informale ascoltò i giovani dell’oratorio, rispondendo a domande su come pregare: “È importante sentire lo sguardo di Dio e vivere la ‘chiesa in uscita’, scendendo in strada per aiutare”. E chi dimentica quando si riunì in preghiera nel cortile di un condominio in via della Palmarola, senza preavviso, raccomandando alle famiglie: “Ascoltate i vostri figli”. Persino in centro, fece capolino nel negozio di dischi in via della Minerva o dal fidato ottico Alessandro Spiezia in via del Babuino: “Venne di persona per le lenti, dicendo che ‘dall’ottico si va di persona’. La sua umiltà mi ha sempre spiazzato; non voleva sprechi e con me aveva un’amicizia che mi ha riempito il cuore”.
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A Roma, il drammatico confronto tra una madre e un aggressore con il figlio di 4 anni al fianco

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L’Incidente Sconvolgente nel Cuore di Roma
Un pomeriggio apparentemente sereno si è trasformato in un momento di puro terrore per una mamma e il suo bambino, mentre camminavano nei pressi di piazza Dante, nel vivace rione Esquilino. L’uomo, di origini straniere e visibilmente alterato dall’alcol, brandiva il collo di una bottiglia di vetro, creando un’atmosfera di paura e tensione inaspettata.
La Testimonianza della Mamma Terrorizzata
Anna M. ha raccontato i dettagli di quell’incontro agghiacciante: “Erano circa le 18 e io e mio figlio stavamo tornando a casa dopo una giornata al parco. Il bambino era stanco ma felice, e le giornate più lunghe rendevano tutto così piacevole”. Ma improvvisamente, l’uomo ha iniziato a seguirli, accelerando i passi e gridando insulti, lasciando la donna in preda al panico.L’Aggressione e il Momento di Paura
Nonostante i tentativi di distrarre il piccolo e accelerare, l’aggressore li ha raggiunti, afferrando il braccio della mamma e puntandole il collo della bottiglia quasi in faccia. “Voleva soldi e il bambino ha iniziato a piangere, mentre lui rideva in modo inquietante”, ha spiegato Anna. Per liberarsi, ha dovuto cedere 50 euro, sperando che l’incubo finisse lì e che l’uomo scomparisse. Da quel momento, il piccolo è rimasto profondamente scosso, e la mamma ora si chiede come vivere in un quartiere dove eventi del genere sembrano all’ordine del giorno.
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