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Rave Party Modena, in corso lo sgombero. E Salvini plaude: “Finita la pacchia”

Rave Party Modena, stop al mega raduno abusivo. Il commento del neo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

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Il Rave party Modena è terminato. Fortunatamente senza scontri tra partecipanti e forze dell’ordine. L’intervento decisivo di queste ultime stamattina intorno alle 10.30: un dialogo tra le parti, all’esterno del teatro dell’evento. Ciò per garantire la sicurezza di tutti, dato che l’immobile è stato considerato pericolante e quindi posto sotto sequestro. L’iniziativa si è conclusa con il deflusso pressoché regolare dall’area delle migliaia di giovani presenti. Molti dei quali, prima di andarsene, si sono tuttavia intrattenuti a colloquio con i giornalisti per far presente le proprie ragioni.

RAVE PARTY MODENA, LE POSIZIONI DEI PARTECIPANTI

Veniamo qui solo per fare festa, non diamo fastidio a nessuno“, dice uno, riportato da Il Gazzettino. Che, all’accusa di aver occupato un capannone privato, ribatte: “Il problema non è questo, ma che quel capannone sia inutilizzato, come tanti appartamenti sfitti“. Poi sulla presenza di droga, interviene un altro, una ragazza: “Quella c’è dovunque. Purtroppo in Italia non si sostengono davvero i tossicodipendenti. I quali, se vogliono curarsi, devono andare nel privato“. Altri partecipanti rispondono invece sulla politica in queste feste: “Non siamo contro il governo, ma non ci piace la strada repressiva che sta prendendo“.

RAVE PARTY MODENA, CENTINAIA GLI INDAGATI

Alla quale plaude invece Matteo Salvini. Il leader della Lega ha infatti postato sul proprio profilo Facebook la diretta dello sgombero. Commentandolo poi con evidente soddisfazione: “Sgombero e sequestri al rave party a Modena. Pugno duro contro droga, insicurezza e illegalità. E’ finita la pacchia“. Al momento pattuglie territoriali, unità cinofile anti droga e Polizia Stradale stanno procedendo all’identificazione dei raver e al controllo dei mezzi con cui sono arrivati nella zona. Circa 660 di essi sarebbero già finiti sotto la lente degli inquirenti.

Cronaca

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.

Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.

Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.

La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte

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Cronaca

In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra

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Stato vegetativo per formaggio, giudizio pediatra mancato.

Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.

Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.

La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.

La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.

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