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Cronaca

22enne accoltellato a Trastevere, l’aggressore nelle mani dei Carabinieri

22enne accoltellato a Trastevere. All’origine del grave episodio una lite per motivi di vicinato

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22enne accoltellato a Trastevere, l’aggressore nelle mani dei Carabinieri

22enne accoltellato a Trastevere. Il sangue torna a bagnare le strade del quartiere, dove sabato scorso un clochard è stato barbaramente picchiato da un gruppo di ragazzi. Stavolta a fare da sfondo è stato un diverbio tra vicini di casa. Il motivo, molto probabilmente, la musica, che uno dei due teneva a volume troppo alto. Così, in un condominio di via Natale Del Grande, a poca distanza da piazza San Cosimato, ha fatto la sua comparsa un coltello. E ad avere la peggio è stato un ragazzo di 22 anni, colpito con alcuni fendenti all’addome.

22ENNE ACCOLTELLATO A TRASTEVERE, LE SUE CONDIZIONI

La terribile scena si è consumata ieri sera, nel piazzale antistante lo stabile. Il tutto sotto gli occhi, pieni di spavento, di alcuni passanti. Sono stati proprio questi ultimi ad allertare i soccorsi per la vittima, riversa sull’asfalto in una pozza di tessuto fluido. Un’ambulanza, con a bordo sanitari del 118, ha così trasportato il giovane all’ospedale Fatebenefratelli. Dove per fortuna le sue condizioni non sono state ritenute tali da pregiudicarne la permanenza in vita. Poche ore dopo, i Carabinieri hanno poi fermato l’aggressore, un 30enne romano.

Cronaca

Voglio un bus dalle periferie al Centro per far conoscere Roma a quei provinciali

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Voglio un bus dalle periferie al Centro per far conoscere Roma a quei provinciali

L’assessore alla Cultura di Roma, Massimiliano Smeriglio, ammette: “Sono finito in un Comune che sta rivoluzionando la città con eventi e cantieri, ma occhio ai romani che odiano i turisti invadenti!” #RomaSveglia #CulturaSporca #PoteriSpeciali

La Trasformazione della Città Eterna

Smeriglio, arrivato sei mesi fa, descrive Roma come una metropoli in piena metamorfosi: dai grandi eventi ai cantieri ovunque. “È una città che non si accontenta del suo passato archeologico, ma investe nel presente”, dice, con un ghigno per chi pensa che Roma sia solo rovine e pizze.

Turisti vs. Romani: La Guerra Urbana

Parlando di convivenza, Smeriglio ammette che quest’anno è un casino: “Stiamo migliorando la vita dei romani con i cantieri, ma combattiamo le affittacamere illegali che rubano soldi alla città”. Insomma, un colpo ai “turisti parassiti” e ai romani che si lamentano, ma almeno si fa qualcosa contro l’economia sleale.

Roma Riscoperta Dopo Bruxelles

Tornato da cinque anni a Bruxelles, Smeriglio trova una Roma “rinnovata, con angoli eterni come i Fori, ma anche zone moderne come Ostiense”. “È interessante, ma non perdetevi la poesia dell’Isola Tiberina – a meno che non sia invasa da turisti con selfie sticks”.

Dentro il Campidoglio: Potere e Polemiche

Dal Campidoglio, Smeriglio elogia i cantieri seguiti minuziosamente dal sindaco, specialmente piazza Pia. “È un miracolo aver chiuso un intervento così complesso in un anno”. Ma sui poteri speciali, spara: “Roma ha gli stessi poteri di un paesino come Frascati – assurdo! Meritiamo autonomia e leggi esclusive, e con una premier romana al governo, è ora di smetterla con queste cavolate bipartisan”.

L’Estate Romana 365: Non Solo Vacanze

L’estate? Smeriglio la ribattezza “Roma 365”, con programmi tutto l’anno, specialmente nelle periferie. “Abbiamo un bus della cultura per portare i romani in giro con uno storico dell’arte – perché molti non hanno mai visto i loro tesori, tipo Palazzo Braschi”. Serve? “Come il pane, per chi non si è mai mosso dal divano”.

I Cinema Chiusi: Un Disastro Globale

Sui cinema abbandonati come Airone o Apollo, Smeriglio promette: “Parleremo con gli imprenditori e useremo partnership per riaprirli”. “È un problema serio ovunque, ma noi non staremo a piangere – speriamo che la legge regionale non sia un flop”.

Progetti Futuri: Dal Teatro Valle alle Periferie

Entro fine mandato, Smeriglio mira a riaprire il Teatro Valle e a lanciare poli culturali nelle periferie, come una fondazione a Testaccio. “Sarà il più importante dopo l’Auditorium – finalmente, qualcosa di decente anche fuori dal centro”. E sulla cena col “nemico”? “Andrei col ministro, ma non ho nemici, solo avversari – chissà che non si beva un vino insieme”.

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Corrado Veneziano e le facce di Cristo al Mausoleo di Santa Costanza

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Corrado Veneziano e le facce di Cristo al Mausoleo di Santa Costanza

Cristo finisce in mezzo ai casini globali: un artista italiano immagina il Salvatore tra le rovine di Gaza, l’inferno ucraino e i barconi del Mediterraneo, mescolando fede e geopolitica in una mostra che fa a pugni con il politically correct. #ArteControversa #CristoNeiGuai #PaceOFake

La Filosofia Dietro la Mostra

L’artista Corrado Veneziano non le manda a dire: in “Yeshu’a – Il volto, i volti di Cristo”, esposta al Mausoleo di Santa Costanza fino al 24 aprile, reimmagina Cristo non come un santino polveroso, ma come un testimone scomodo dei disastri moderni. Parliamo di grida inascoltate in zone di guerra, silenzi colpevoli dei potenti e viaggi disperati che finiscono in tragedia. È come se dicesse: “Ehi, mondo, Cristo è qui, nei posti dove nessuno vuole guardare”.

Le Opere e i Luoghi Caldi

Nel cuore della mostra, venti opere uniscono icone cristiane con mappe del mondo reale, numeri, coordinate e simboli culturali, creando un mix che fa riflettere – o ridere, a seconda di quanto sei cinico. I pezzi forti? Tre tele inedite che piazzano il volto di Cristo dritto nei casini: uno nella Striscia di Gaza e Medio Oriente, un altro nell’Europa orientale tra Ucraina, Bielorussia e Romania, e un terzo nel Mediterraneo, con un occhio a Lampedusa. Veneziano spiega: “Questi volti si sovrappongono alle mappe, incrociando linee che decidono destini umani, come grida che ti fissano e ti chiedono: ‘E tu che fai?'”. È un richiamo alla pace, ma con un tocco di sarcasmo verso chi predica senza agire.

Simboli e Messaggi Scomodi

Oltre ai volti, l’artista infila simboli classici come l’ulivo, la colomba e una croce fluttuante, ma li usa per puntare il dito su ipocrisie globali. Niente di troppo soft: è arte che evoca risposte, o almeno ci prova, in un mondo dove la pace sembra solo un hashtag. Qui, ogni opera è un pugno allo stomaco, ricordandoti che l’arte non è solo per salotti borghesi.

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