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Prostitute uccise a Prati, parla il killer: “In quella casa c’era anche un altro uomo”

Prostitute uccise a Prati, le parole dell’uomo fermato ieri dopo essere stato sottoposto ad un lungo interrogatorio

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Prostitute uccise a Prati, parla il killer: “In quella casa c’era anche un altro uomo”

Prostitute uccise a Prati, il caso è risolto. O almeno così sembra. La svolta è arrivata nelle ultime ore, con l’arresto di quello che è considerato il presunto assassino. Un pregiudicato di 51 anni, legato al mondo della Camorra e in rapporti con l’ex Nar Massimo Carminati. A lui gli inquirenti sono arrivati dopo la denuncia della sorella, arrivata via telefono. L’uomo è stato quindi rintracciato a casa sua, nel quartiere romano di Primavalle, da dove è stato poi condotto negli uffici della Questura capitolina. Qui, dopo un interrogatorio di sette ore, i militari lo hanno trasferito presso il carcere di Regina Coeli, in attesa della convalida del fermo.

PROSTITUTE UCCISE A PRATI, IL RACCONTO DEL KILLER

Agli inquirenti l’uomo ha fornito la propria versione dei fatti. Un racconto dell’orrore, con in mezzo un grosso buco nero: “C’era tantissimo sangue. – riporta Il MessaggeroHo provato a salvare quella donna tamponandole la ferita che aveva la gola, ma inutilmente“. Ma nell’appartamento, a suo avviso, non era da solo: “Dietro ad una delle porte ho visto un altro uomo, forse anche lui un cliente. Forse sa cosa è successo“. E infine si è dato alla fuga, in preda al delirio: “Sono corso in mezzo alla strada, con le mani completamente sporche di sangue. Fermavo le auto, poi ho vagato per due giorni senza nè mangiare nè dormire“.

Non confessa le proprie responsabilità, ma si limita a ripetere, quasi in lacrime, che un blackout gli impedisce di ricordare. Addirittura arriva a minacciare di suicidarsi, non prima di aver raccontato di aver assunto psicofarmaci misti a droga. “Mercoledì sera – prosegue – una mia amica cubana è venuta da me e insieme abbiamo consumato degli stupefacenti“. Sul suo arrivo nell’appartamento di via Riboty, poi, dichiara di esservi giunto in auto, dopo essersi messo d’accordo con le due escort cinesi. Mentre non sarebbe andato, a suo dire, nell’appartamento di via Durazzo, dove è stata uccisa la trans colombiana di 65 anni. Le immagini di alcuni video sembrerebbero però smentire questa versione.

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