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Aumenti bollette illeciti, la procedura per ottenerne il rimborso

Aumenti bollette illeciti, tutte le info dopo la sentenza dell’Antitrust a carico di sette aziende

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Aumenti bollette illeciti, la procedura per ottenerne il rimborso

Aumenti bollette illeciti? Essere risarciti si può. Rivalendosi direttamente sulle aziende che li hanno generati. Queste ultime fanno parte di un gruppo che copre l’80% del mercato libero dell’energia. Si tratta, nell’ordine, di Enel, A2A, Edison, Eni, Hera, Hengie e Acea. E a breve potrebbero aggiungersene altre quattro: Iren, Dolomiti, E.On e Iberdrola. In tutto, sono 25 le compagnie oggetto di verifiche e solo la metà sarebbe in regola con la legge. Per le altre sono scattate le multe e l’ingiunzione di ripristinare i vecchi prezzi. Ma chi ha pagato di più come può ricevere indietro quanto versato indebitamente?

AUMENTI BOLLETTE ILLECITI, RIMBORSO AUTOMATICO MA…

Conti alla mano, sono circa 2,7 milioni le utenze interessate dai rincari successivamente al 10 agosto. Data a partire dalla quale il Decreto Aiuti bis vietava i cambi unilaterali di tariffa. Prima di sapere definitivamente se potranno rientrare delle somme pagate, però, i clienti dovranno attendere ancora qualche giorno: alle aziende coinvolte è stata infatti concessa una settimana per fare ricorso. E in caso di esito negativo, esse dovranno restituire tutto il maltolto. Ciò dovrebbe avvenire in maniera automatica, anche se, secondo le associazioni dei consumatori, sarebbe meglio inviare un sollecito.

AUMENTI BOLLETTE ILLECITI, LA REPLICA DELLE COMPAGNIE

Intanto però le compagnie sanzionate si difendono. A2A, ad esempio, fa presente di aver “sempre rispettato i contratti con i clienti, anche quando non ci conveniva“. Hera invece sottolinea le proposte di rinnovo delle condizioni “solo quando queste erano in scadenza“. Una versione questa però smentita dall’Antitrust, che ha registrato aumenti anche fino al 400% in tutti i contratti. Per la tempistica, invece, l’UNC consiglia di vedere se si è stati avvertiti del rincaro entro il 1° maggio. Le comunicazioni successive sono infatti illegittime, visto che servono tre mesi per perfezionarle.

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