Italia
Stop ricette elettroniche, medici e cittadini sul piede di guerra: “Vanno prorogate”
Stop ricette elettroniche, tutto sulla novità in vigore dal 2023. Comprese le perplessità di chi dovrà farvi fronte
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Stop ricette elettroniche a fine anno. Una scadenza che, sul fronte della sanità pubblica, si aggiunge a quella dell’obbligo della mascherina in ospedali e Rsa. Se però per quest’ultimo si prevede un prolungamento, non è detto che per le prescrizioni mediche via mail o sms accada lo stesso. Introdotte durante la pandemia per evitare assembramenti negli studi medici, potrebbero dunque a breve andare in pensione. Ma proprio i dottori non ci stanno e immediatamente hanno avanzato presso il Ministero della Salute richiesta di prorogarle. E dagli uffici di viale Ribotta sarebbero emersi i primi segnali di apertura.
STOP RICETTE ELETTRONICHE, LE LAMENTELE DEI MEDICI
“Ci aspettiamo una risposta positiva“, le parole di Filippo Anelli, presidente di Fnomceo. A fornirla, tecnicamente, dovrebbe essere il Presidente del Consiglio, con un’ordinanza ad hoc. Dai contenuti ben precisi, secondo le associazioni di medici e cittadini: “La ricetta dematerializzata – dicono – va usata almeno per un altro anno e in maniera strutturale. Serve liberare i medici da impropri incarichi burocratici“. Ciò anche per i noti problemi di organico, ai quali, sottolineano, consegue “una sempre minore disponibilità di tempo per l’attività clinica“.
STOP RICETTE ELETTRONICHE, E QUELLE DEI CITTADINI
Le ricette via mail o sms dovrebbero essere sostituite da quelle in formato cartaceo, in vigore prima dell’emergenza Covid. Ma anche su questo aspetto i medici hanno di che ridire: “E’ un salto indietro, che causerebbe lunghe attese negli studi“. E di occasione sprecata nel caso la proroga non dovesse essere accordata parlano anche i rappresentanti dei cittadini: “La sanità digitale – spiegano – è di enorme beneficio soprattutto nelle aree interne, in cui lo studio medico è distante. E raggiungerlo è disagevole in particolare per gli anziani, che devono chiedere aiuto ad un familiare“.
Cronaca
Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio
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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio
Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.
Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.
Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.
La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte
Cronaca
In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra
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Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.
Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.
La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.
La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.
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