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Cinghiali a Roma, animalisti sulle barricate: “Pronti a fare da scudi umani”

Cinghiali a Roma, le critiche al provvedimento del Governo sugli abbattimenti

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Cinghiali a Roma, animalisti sulle barricate: “Pronti a fare da scudi umani”

Cinghiali a Roma, in difesa degli ungulati scendono gli…animalisti. Che si dicono pronti a mettersi davanti ai cacciatori che proveranno ad ucciderli anche nei parchi e in città. Un modo, dicono, non solo per proteggere gli animali, ma anche per evitare che in certe aree si scateni il far west. A tale scopo, domani andrà in scena a Roma un presidio nazionale, al quale parteciperanno oltre 40 associazioni. La manifestazione si terrà davanti al Pantheon, a partire dalle 14. L’obiettivo protestare contro la recente ondata di abbattimenti: l’ultima lo scorso 18 gennaio, decisa dal Comune in quel di Villa Pamphilj e che ha visto 11 vittime tra i cinghiali.

Noi siamo pronti a fare da scudo tra i cacciatori e i cinghiali. Questo è solo l’inizio del far west in cui potrebbero finire per ferirsi anche delle persone. In teoria non si poteva iniziare la caccia subito dopo l’approvazione dell’emendamento, ma erano necessari dei corsi di aggiornamento per i cacciatori“. Così, all’Adnkronos, Walter Caporale, presidente di Animalisti Italiani Onlus. Che si sofferma sugli episodi di settimana scorsa a Mentana: “Cittadini che cacciano un cinghiale con cinte, bastoni e vetri rotti. Davvero vergognoso. L’Europa non è l’America. L’anno scorso poi i cacciatori hanno ucciso 22 persone. Diamo la caccia anche a loro?“.

Gli fa eco Gianluca Bisogno, presidente di AnimaLiberAction: “Il problema c’è sempre stato ma si sta amplificando. E non si risolve uccidendo i cinghiali, come vuole fare la Regione Lazio. Che ha stanziato 250mila euro per sterminare esemplari sani e non pericolosi. Inoltre, dati Ispra alla mano, le uccisioni fanno solo aumentare le riproduzioni. Tra il 2015 e il 2021 il numero di esemplari soppressi è cresciuto del 45%“. Bisogno ha poi aggiunto che la sua associazione instaurerà presidi in zone sensibili di Roma. “Creare delle recinzioni adeguate ai parchi e chiudere i cassonetti è una prima soluzione non aggressiva“, conclude.

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