Coronavirus
Inchiesta tamponi rapidi, Crisanti: “Lascio l’Università di Padova”
Inchiesta tamponi rapidi, le durissime parole del microbiologo dopo le intercettazioni del governatore veneto Zaia
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Inchiesta tamponi rapidi, la bomba è scoppiata. E il fragore si sente tutto nelle parole del professor Andrea Crisanti. Che replica duramente a quanto dichiarato sul suo conto dal governatore veneto Luca Zaia. “Esternazioni di una gravità senza precedenti – dice – Lo inseguirò fino alla fine del mondo per inchiodarlo su qualsiasi responsabilità avrà verso di me. Deve finire questo regime di intimidazione che c’è in Regione“. Alla base del conflitto tra i due un’indagine aperta dai magistrati di Padova a seguito di una denuncia proprio del microbiologo.
INCHIESTA TAMPONI RAPIDI, LE PAROLE DI ZAIA
Quest’ultimo contestava la scelta del Veneto di individuare i casi di Covid attraverso tamponi rapidi. A suo avviso, infatti, tale tipo di test aveva un’attendibilità solo del 70%. Un parere mal digerito però da Zaia, che non faceva mistero di un certo fastidio. E nell’ombra lavorava per risolvere il problema. “Stiamo per portarlo allo schianto“, affermava a proposito di Crisanti in un’intercettazione telefonica pubblicata dalla trasmissione ‘Report’. E la reazione del professore non si è fatta attendere: “Da oggi lascio l’Università. Voglio prendere liberamente le decisioni che mi riguardano“, le parole all’Ansa.
INCHIESTA TAMPONI RAPIDI: “PROBLEMA ETICO, NON POLITICO”
Cui si aggiunge il commento rilasciato alla rivista Mow: “Qui non si tratta di un problema politico, ma di etica. Oltre a quelle dichiarazioni, ce ne sono altre. E dimostrano che Zaia orchestrava una campagna di diffamazione e discredito nei miei confronti. Di me che lavoravo per la Regione e che ho preso posizioni proprio per salvaguardarla. Ma se avessero preso sul serio il mio studio, poi avrebbero dovuto riflettere sugli ordini che stavano facendo e su appalti da oltre 200 milioni di euro. Invece hanno accettato come giustificazione la dichiarazione di uno che non ha fatto studi, come loro ben sapevano“.
Coronavirus
Ricciardi difende Conte e il lockdown. La Commissione Covid mette paura
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Il docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, Walter Ricciardi, ha espresso la sua visione sulla Commissione d’inchiesta su Covid, approvata definitivamente e senza problemi dalla Camera. A suo avviso, la commissione “è viziata fin dall’inizio” in quanto le indagini saranno apparentemente dirette verso “la critica del governo” in carica durante la pandemia, e non verso un’analisi effettiva dei problemi. La sua percezione è che le aspettative riguardo l’operazione e l’utilità tecnica futura del lavoro da svolgere, sono pessimiste.
Ricciardi ha osservato come “tutti i Paesi del mondo hanno esaminato ciò che è accaduto” durante la pandemia, con un approccio obiettivo e basato su prove scientifiche per “imparare e non dimenticare la lezione di Covid“. Accoglie positivamente tutte le commissioni che cercano di approfondire, rivedere ed imparare per il futuro. Tuttavia, la commissione italiana è stata impostata esclusivamente in termini politici. Il fatto che le Regioni, responsabili della fornitura dei servizi sanitari in Italia, siano state escluse dal perimetro d’indagine indica, secondo Ricciardi, la mancanza di volontà di fare un esame scientifico.
Ribadisce che tale commissione, con il suo attuale setup, “non può portare a nulla di buono, se non a ulteriori polemiche e divisioni”. Sottolinea che sono ancora presenti le stesse condizioni che hanno portato alla pandemia e sarebbe opportuno evitare divisioni e cercare un accordo unanime in Parlamento sulla necessità di non ripetere gli stessi errori.
Ricciardi non ha apprezzato la citazione da parte della deputata di Fratelli d’Italia, Alice Buonguerrieri nella sua dichiarazione di voto. Il suo intervento ha causato una bagarre in Aula e ha suscitato le reazioni di Speranza e Giuseppe Conte. Nello specifico, la deputata ha affermato che la commissione è ciò che coloro che hanno subito lockdown, Green pass, restrizioni chiedono, misure che, secondo lei, mancano di supporto scientifico e sono state attuate come soluzioni di “cieca disperazione”.
Ricciardi ha risposto alla dichiarazione della parlamentare, dicendo che il lockdown è effettivamente una misura di cieca disperazione nell’ottica che rappresenta l’unica alternativa possibile in quel contesto. La dichiarazione è stata presa provvista, attribuendole un significato negativo. Ricciardi conclude riaffermando le sue preoccupazioni in merito alle premesse imposte, non aspettandosi nulla di buono.
Coronavirus
Covid, scoperta una nuova variante ‘sudafricana’: “Ha subito oltre 100 mutazioni”
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Nuova variante sudafricana di Covid: più di 100 mutazioni
Una recente scoperta nel campo della virologia ha portato alla luce una nuova variante di Covid, individuata in Sudafrica e denominata Ba.2.87.1. Tale variante, caratterizzata da oltre 100 mutazioni, è stata individuata da un gruppo di scienziati che aveva precedentemente individuato Omicron.
Il direttore del Centro per la risposta alle epidemie e l’innovazione presso la Stellenbosch University, Tulio de Oliveira, ha sottolineato che questa variante è geneticamente distintiva dagli attuali ceppi di Omicron circolanti. Secondo de Oliveira, l’analisi preliminare suggerisce che la variante Ba.2.87.1 sia emersa da Ba.2 o dal nodo basale di Omicron, con ipotesi che indicano un’origine da un’infezione cronica seguita dalla trasmissione nella popolazione.
Al momento, la trasmissibilità e la patogenicità di questa nuova variante sono ancora sconosciute; tuttavia, le prime analisi suggeriscono che potrebbe essere meno immunoevasiva rispetto ad altri ceppi. Alcuni ricercatori, come Raj Rajnarayanan dell’Università dell’Arkansas, hanno evidenziato che Ba.2.87.1 dovrebbe produrre ulteriori mutazioni per rimanere competitiva.
Nonostante la scoperta di questa nuova variante, al momento non sembra costituire una preoccupazione immediata, in quanto i contagi in Sudafrica rimangono relativamente bassi e non sembra diffondersi ampiamente. Tuttavia, il paese ha intensificato la sorveglianza genomica per monitorarne la diffusione. In definitiva, la scoperta di questa nuova variante sudafricana di Covid pone ulteriori interrogativi sulle mutazioni e l’evoluzione del virus, richiedendo ulteriori studi e monitoraggi per comprendere appieno le sue caratteristiche e il suo impatto sulla salute pubblica.
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