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Cronaca

Centocelle: il militare aggredito

Roma violenta per diversi motivi e spesso futili, il tasso di criminalità aumenta e i morti anche…

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Centocelle: il militare aggredito

Centocelle il quartiere popolare della periferia romana dove è avvenuto il violento pestaggio, che  ha provocato la morte del 44enne caporale maggiore Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha voluto far sentire la sua vicinanza per la morte del militare: «Il mio cordoglio e le mie condoglianze alla famiglia e a tutto l’Esercito per la scomparsa del caporal maggiore Danilo Salvatore Lucente Pipitone. Ha lottato contro la morte dopo l’aggressione subita, ma purtroppo non ce l’ha fatta. La famiglia della Difesa abbraccia i suoi cari».  dell’Esercito, Danilo Salvatore Lucente Pipitone. L’uomo, che lavorava come infermiere all’ospedale militare del Celio, nella sua carriera era stato in missione in Albania e abitava negli alloggi di servizio nella città militare della Cecchignola, sarebbe stato visto litigare almeno con un uomo nei pressi di un bar all’incrocio fra via dei Sesami e viale Palmiro Togliatti.

Era stato ricoverato in gravissime condizioni al Policlinico Umberto I dopo che alcuni passanti avevano allertato le forze dell’ordine: i sanitari lo avevano trovato con un taglio al sopracciglio e un profondo colpo dietro la nuca, in condizioni disperate e, dopo aver lottato, purtroppo non ce l’ha fatta ed è morto nel tardo pomeriggio di domenica.

Guido Crosetto, il ministro della Difesa, ha voluto far sentire la sua vicinanza dichiarando  “Il mio cordoglio e le mie condoglianze alla famiglia e a tutto l’Esercito per la scomparsa del caporal maggiore Danilo Salvatore Lucente Pipitone. Ha lottato contro la morte dopo l’aggressione subita, ma purtroppo non ce l’ha fatta. La famiglia della Difesa abbraccia i suoi cari”.

 

Cronaca

Omicidio Cerciello, richiesta della pg Cassazione per Appello-ter a favore di Hjorth

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Omicidio Cerciello, richiesta della pg Cassazione per Appello-ter a favore di Hjorth

La procura generale della Cassazione ha richiesto un nuovo processo di Appello, il terzo, per Gabriele Natale Hjorth, riguardo all’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, accoltellato a Roma nel luglio 2019. La richiesta, contenuta nella requisitoria dell’avvocato generale Gabriele Mazzotta, è stata depositata in vista dell’udienza fissata per il 12 marzo. Il pg di Cassazione ha chiesto l’accoglimento dei ricorsi presentati dalla Procura Generale della Corte di Appello di Roma e dalle parti civili, annullando i motivi di ricorso della difesa di Natale Hjorth.

Problemi di credibilità

Il rappresentante della procura generale della Suprema Corte ha evidenziato la necessità di un nuovo giudizio sulla credibilità del carabiniere Andrea Varriale, sottolineando difetti di motivazione nella sentenza precedente riguardo alla sua attendibilità sulla colluttazione con gli americani. La Procura Generale della Corte di Appello di Roma ha impugnato la sentenza per l’esclusione del dolo pieno di Natale nell’omicidio e l’aggravante del delitto commesso a danno di un pubblico ufficiale. Anche le parti civili hanno contestato l’esclusione della consapevolezza di Elder riguardo alla presenza di un pubblico ufficiale.

La posizione di Elder Finnegan Lee

Per l’altro americano, Elder Finnegan Lee, condannato a 15 anni con sentenza già definitiva, la sua posizione è ormai passata in giudicato ai fini penali e potrebbe essere rivista soltanto riguardo alle conseguenze civili. L’avvocato generale della Cassazione ha affermato che potrebbero emergere diverse interpretazioni sui parametri di giudizio, influenzando la percezione dell’elemento psicologico del concorso di Hjorth nell’omicidio.

La Cassazione, durante l’udienza del 12 marzo, potrebbe porre fine alla complessa vicenda giudiziaria legata all’omicidio del vicebrigadiere Cerciello Rega o disporre un nuovo processo.

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Commemorazione di Miki Mantakas a piazza Risorgimento

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Commemorazione di Miki Mantakas a piazza Risorgimento

Ancora una volta, si sono svolti saluti romani e l’invocazione del «presente» nella Capitale per commemorare il 50esimo anniversario della morte di Miki Mantakas. Questa sera, come ogni anno, militanti di estrema destra si sono riuniti in piazza Risorgimento a Roma, angolo con via Ottaviano, per ricordare lo studente universitario e attivista della Lega nazionale degli studenti greci in Italia, ucciso il 28 febbraio 1975 da due proiettili davanti alla sezione del MSI di via Ottaviano.

Oltre al tradizionale saluto romano, durante la manifestazione è stato esposto uno striscione con la scritta ‘lui vive lui combatte’, mentre da una finestra è stato udito un chiaro urlo: «viva l’Italia antifascista».

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