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Incidente a Tor Bella Monaca un morto e un maxi tamponamento: aggiornamenti

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La vittima il pomeriggio del 9 febbraio stava camminando nella zona pedonale di via dell’Archeologia, a Tor Bella Monaca, quando la Bmw X4 nera è uscita fuori strada coinvolgendo altre 4 vetture in sosta nella vicinanze e travolgendo il 30enne. Dalla macchina sono poi usciti, illesi, madre e figlio.

C’è più di un sospetto che alla guida della Bmw che ha travolto e ucciso Emmanuele Cleber Catananzi ci fosse il figlio 18enne della donna che si è assunta la responsabilità. La donna ai vigili urbani avrebbe spiegato di aver eseguito una brusca manovra per evitare una macchina che si stava immettendo sulla strada, ma le indagini hanno poi accertato che in realtà, al momento dell’impatto, l’unica auto sulla carreggiata era il suv. Inoltre durante gli accertamenti sono poi emerse ulteriori discrepanze nel racconto della donna, alcuni testimoni avrebbero infatti riferito di aver visto alla guida il 18enne che ha invece riferito di aver occupato il posto del passeggero.

Il ragazzo, che non avrebbe comunque potuto guidare l’auto di grossa cilindrata, non ha ancora conseguito la patente e la procura di Roma da ieri ha iscritto nel registro degli indagati anche il giovane con l’accusa di omicidio stradale.

Emmanuele, adottato insieme alla sorella Debora, si era trasferito da pochi mesi a Roma: “Volevamo tutti e due vivere e lavorare a Roma» dice Debora che non si rassegna alla perdita del fratello: “Quel pomeriggio stava andando a piedi nella pizzeria dove era in prova come cameriere”.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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