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Biglietti falsi per partite di Lazio e Roma: sei arresti

Biglietti falsi per partite di Lazio e Roma. Operazione della Finanza tra la Capitale e Napoli

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Biglietti falsi per partite di Lazio e Roma: sei arresti

Biglietti falsi per partite di Lazio e Roma. I tagliandi, relativi a match di campionato e Coppe, sarebbero stati acquistati da ignari clienti. I quali, giunti allo stadio, ricevevano l’amara sorpresa. Il biglietto non era valido perchè clonato e quindi, passandolo al tornello, questo non si apriva. A mettere in piedi la truffa una vera e propria banda, che poi aveva fatto il ‘salto di qualità’ clonando carte di credito e credenziali per l’internet banking. In questo modo, riusciva a sottrarre ingenti somme, che trasferiva su conti correnti intestati a prestanome. Poi, per non destare sospetti, le prelevava in contanti e le depositava su diversi altri conti. L’intervento della Guardia di Finanza ha però permesso di sgominare l’intero sistema. E di arrestare i sei responsabili, tutti originari della Campania.

Il provvedimento, sulla base di gravi indizi in merito a numerose frodi informatiche, è stato disposto dal gip del Tribunale di Napoli ed eseguito dalle Fiamme Gialle capitoline e partenopee. Esso è giunto al termine di un’indagine iniziata nel gennaio 2020. In quell’occasione furono messi sotto sequestro alcuni biglietti falsi per la partita Roma-Juventus, insieme agli smartphone delle persone accusate di averli venduti. Le vittime sarebbero invece circa 10 tifosi, che si sono visti negare l’accesso all’Olimpico. Di qui gli inquirenti hanno accertato che, con lo stesso sistema, erano stati venduti biglietti per altre 14 partite casalinghe dei giallorossi e dei cugini della Lazio. Di essi i clienti venivano a sapere attraverso Instagram e li pagavano con bonifici.

Altre truffe simili sarebbero state inoltre compiute relativamente ad altri eventi sportivi e concerti tenuti a Roma tra 2020 e 2022. Dei fermati, tre sono stati posti in regime di arresti domiciliari. Per gli altri invece c’è l’obbligo di presentarsi presso gli uffici della Polizia Giudiziaria. Sequestrati infine beni per 250mila euro.

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