Cucina
“Carbonara e parmigiano americani”: il Financial Times sfata i miti della cucina italiana
Carbonara e parmigiano americani. Le incredibili rivelazioni al quotidiano USA di un professore universitario
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Carbonara e parmigiano americani. E panettone e tiramisù nati al supermercato. Quelle che potrebbero sembrare eresie per molti italiani sono in realtà opera di uno dei nostri connazionali. Per la precisione di Alberto Grandi, docente di Storia dell’alimentazione presso l’Università di Parma. Intervistato da Marianna Giusti per il Financial Times, si è dilettato in una delle attività che lo hanno maggiormente contraddistinto in carriera: far crollare miti legati alla tradizione culinaria italiana. E suscitare un vespaio di polemiche.
Grandi ha esordito con il panettone. A suo dire, “prima del 20esimo secolo, era una focaccia sottile e dura farcita con uvetta. La mangiavano solo i poveri e non era legata al Natale. Come lo conosciamo oggi è un’invenzione industriale. Fu Angelo Motta negli anni ’20 a introdurre una nuova ricetta d’impasto e a dare inizio alla tradizionale forma a cupola. Negli anni ’70 poi i panifici indipendenti, di fronte alla concorrenza dei supermercati, iniziarono a prodursela in proprio. E così, dopo un bizzarro viaggio a ritroso, il panettone è arrivato ad essere prodotto artigianale“.
Quanto invece all’origine del tiramisù, da sempre oggetto di contesa, il professore rivela che la sua prima volta sui libri di cucina risale agli anni ’80. In precedenza, il mascarpone, che ne costituiva l’ingrediente principale, si trovava solo a Milano. Sul parmigiano, invece, la sua forma originaria si trova solo nel Wisconsin. “La sua storia – racconta Grandi – ha circa 1000 anni. Fino agli anni ’60 pesava circa 10 kg ed era racchiusa in una spessa crosta nera. Inoltre aveva una consistenza più grassa e morbida di quella di oggi“.
Ma come è arrivato nello Stato americano? “A inizio ventesimo secolo – aggiunge il docente – gli immigrati italiani della regione del Po a nord di Parma hanno iniziato a produrlo lì. Dove però, a differenza di quanto accaduto in Italia, la ricetta non si è mai evoluta. Così nel nostro paese, nel corso degli anni, è diventato un formaggio a pasta dura e a crosta chiara prodotto in forme giganti. Nel Wisconsin invece è rimasto fedele all’originale“. Parole insomma che costituiscono una bella botta, proprio nei giorni in cui il Governo ha candidato la cucina italiana a Patrimonio dell’Unesco.
Cucina
Carbonara day, la ricetta romana compie 70 anni
Carbonara day, la ricetta romana compie 70 anni
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Carbonara day, la ricetta romana compie 70 anni
Oggi si celebra il Carbonara Day, un’occasione speciale per festeggiare uno dei piatti più iconici della cucina romana, conosciuto e amato in tutto il mondo. Questa festa è nata dall’idea dei pastai dell’Unione Italiana di condurre un sondaggio per scoprire gli ingredienti preferiti dagli italiani per la pasta, e ha rivelato che uovo, pecorino romano, guanciale e pepe sono i protagonisti indiscussi della carbonara. Da allora, ogni anno a partire dal 2017, l’#CarbonaraDay si è trasformato in un evento sociale che coinvolge appassionati e turisti, spingendoli a condividere sui social network foto e dettagli dei loro piatti di carbonara preferiti.
Secondo quanto riportato da Fanpage.it, nella capitale il costo medio di una porzione di carbonara si attesta intorno ai 9 euro. Un prezzo che, nonostante possa variare, non scoraggia i numerosi estimatori di questo piatto delizioso e sostanzioso.
La ricetta originale della carbonara ha compiuto nel 2024 ben 70 anni. È stata pubblicata per la prima volta in Italia nel 1954 sul periodico “La Cucina Italiana”. Originariamente, la preparazione differiva leggermente da quella che conosciamo oggi: oltre agli ingredienti base come uova, pecorino, pepe e guanciale, le prime versioni prevedevano anche l’uso di aglio, formaggio gruviera e pancetta al posto del guanciale.
Da allora, la carbonara ha subito numerose interpretazioni e adattamenti in tutto il mondo. Secondo il New York Times, ci sarebbero addirittura ben 400 varianti di questo piatto iconico. Ogni cultura ha apportato le proprie modifiche, conservando l’essenza del piatto ma arricchendolo con ingredienti e sapori locali.
Il Carbonara Day non è solo un’occasione per gustare questo piatto delizioso, ma anche per celebrare la sua storia e la sua evoluzione nel corso degli anni. È un’opportunità per unirsi in festa e condividere la passione per una delle pietanze italiane più amate al mondo.
Cucina
Chef Ruffi apre un ristorante a Milano: menù con piatti precotti e surgelati.
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Chef Ruffi sta pianificando l’apertura di un ristorante a Milano. Nonostante sia conosciuto per l’utilizzo di panna, dadi, prodotti surgelati e precotti nei suoi piatti, al punto da essere considerato da molti come “il peggior cuoco italiano al mondo”, vanta quasi 500mila follower sui social media. Il suo vero nome e le fattezze del suo volto restano un mistero, dato che sceglie di apparire sempre mascherato.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Ruffi svela di insegnare in modo inusuale tecniche culinarie, ricette e ingredienti poco conosciuti, nonostante siano consumati quotidianamente come il glutammato, ingrediente base del dado. Definendosi “lo chef più famoso d’Italia”, sostiene che nessuno al di fuori del Paese possa essere chiamato chef. Inoltre, afferma di aver perfezionato le sue abilità culinarie viaggiando intorno al mondo e, in particolare in Cina, presso un maestro dal quale ha appreso l’arte della cucina cinese.
Diverse recensioni indicano il miglior ristorante d’Italia a Milano, specializzato in risotti. Ruffi rivela di viaggiare spesso tra l’Arabia Saudita, Dubai, l’Asia e l’Inghilterra. Dichiarando di essere finanziato da uno sceicco, lo definisce un amico e un collega piuttosto che un mero investitore. Nonostante riceva numerose critiche, non sembra preoccupato: “Gli haters sono inevitabili quando si è famosi e bravi, ma spesso sono proprio questi ultimi a voler fare una foto con me. Li adoro”.
La sua scelta di apparire sempre con maschera ha suscitato curiosità. Ruffi spiega non sentirsi ancora pronto per essere riconosciuto ovunque, ma assicura che presto si svelerà.
Sostiene con convinzione che i suoi piatti vadano prima provati e poi giudicati, mettendo in discussione anche le tecniche culinarie tradizionali: “Chi ha stabilito che si fa così e non diversamente?”. Nel prossimo anno prevede di aprire un ristorante a Milano, che sarà seguito da altre aperture. Di questo nuovo progetto rivelato, dice: “I lavori sono già iniziati. Sarà un luogo dove faremo cucina italiana, pizze e piatti cinesi, con musica e spettacoli dal vivo”.
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