Attualità
Decreto Cutro, il Governo ‘stanga’ scafisti e trafficanti: tutte le norme
Decreto Cutro, il piano anti immigrazione irregolare dell’esecutivo in discussione quest’oggi nella città del naufragio

Decreto Cutro, il Governo si muove contro i ‘viaggi della speranza’. Quest’oggi Giorgia Meloni presiederà il Consiglio dei Ministri nella città calabrese teatro dell’ultima tragedia. E nel pomeriggio dovrebbe arrivare il via libera al Decreto Legge anti immigrazione clandestina. Tra le disposizioni contenute nella bozza, pene carcerarie più alte per scafisti e trafficanti. Ma soprattutto l’introduzione di un nuovo reato, ovvero l’omicidio in mare. I cui responsabili, una volta acciuffati, verrebbero puniti con la reclusione fino a 30 anni. Pugno duro dell’esecutivo dunque dopo i fatti dello scorso 26 febbraio, quando un barcone carico di migranti naufragò in prossimità delle coste italiane, uccidendone 72.
Il decreto Cutro contiene un articolo, il 6, che rappresenta una novità rispetto a quanto disposto nel Testo Unico per l’Immigrazione. Esso infatti alza a da 2 a 6 anni (contro i precedenti da 1 a 5) la reclusione per “chi promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua trasporto di stranieri nel territorio dello Stato“. Se vi sono aggravanti – tipo esporre i migranti a pericolo per la vita o l’incolumità o trattarli in maniera inumana o degradante – l’intervallo salirà fino a da 6 a 16 anni (prima era da 5 a 15). Resta invece immutato l’importo delle multe: 15mila euro per ogni migrante trattato.
Il provvedimento interviene inoltre sulla gestione dei centri migranti. In base all’art.8, infatti, essa può essere commissariata su disposizione dei Prefetti in caso di “grave inadempimento degli obblighi previsti“, che “possa compromettere la continuità dei servizi indifferibili per la tutela dei diritti fondamentali“. L’art.9 invece dispone la costruzione di nuovi Cpr (Centri di Permanenza per i Rimpatri). Le strutture verranno realizzate “fino al 31 dicembre 2025, anche in deroga alle disposizioni di legge diverse da quella penale“. Vale a dire, tranne le leggi antimafia, le misure di prevenzione e i vincoli UE.
Attualità
Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!
Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.
La sequenza degli eventi
Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.Le implicazioni per la sicurezza
Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?
Attualità
Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.
I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.
Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.
Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.
Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.
Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.
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