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Italia

Terremoto a Roma, parla l’esperto: “Il rischio è sottovalutato”

Terremoto a Roma, le parole allarmanti del presidente dell’Ingv Carlo Doglioni.

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Terremoto a Roma, parla l’esperto: “Il rischio è sottovalutato”

Terremoto a Roma. C’è la possibilità che un sisma colpisca la Capitale? E’ questa una domanda che si stanno facendo in tanti in queste ore. Complici le notizie e le immagini provenienti da Umbertide, località in provincia di Perugia non lontanissima dalla nostra città. Gli eventi che l’hanno colpita lo scorso 9 marzo, secondo i Vigili del Fuoco, hanno reso inagibili decine di edifici e costretto oltre 200 persone a restare fuori dalle proprie abitazioni. Qual è dunque il rischio che una situazione simile possa verificarsi anche a Roma? Per conoscere la risposta a questo interrogativo, Il Messaggero ha intervistato il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni.

E a suo avviso, le probabilità per la Capitale sono “sottovalutate“. A conferma di quanto asserisce, Doglioni cita l’episodio di alcune parti del Colosseo, crollate proprio a causa di un terremoto. “Roma – spiega – può avere sismi importanti, solo che avvengono molto raramente“. E’ il caso, ad esempio, di quelli verificatisi nella zona Est della città: “Eventi storici, di magnitudo anche superiore a 5“. Quanto invece alle zone che nel caso potrebbero essere colpite, Doglioni non ha dubbi.

Roma si trova in una zona sismica minore della dorsale appenninica. La sua zona poi è ritagliata da tantissime faglie. Ad esempio quella tra Fiumicino e il Gran Sasso, che si muove di 3-4 millimetri“. Più nebulosa invece la questione del ‘quando’: “Non siamo ancora in grado di prevedere i terremoti. Per ora ci dobbiamo limitare a imparare a convivere con gli eventi sismici“. A conviverci ma non solo: “Quelle di magnitudo inferiore a 3 non sono di particolare interesse sotto il profilo energetico. Sono però utili per aumentare la prevenzione“.

Cronaca

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.

Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.

Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.

La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte

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Cronaca

In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra

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Stato vegetativo per formaggio, giudizio pediatra mancato.

Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.

Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.

La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.

La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.

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