Cronaca
Dado in tribunale, l’odissea del comico romano: “Non lavoro più”
Dado in tribunale, Gabriele Pellegrini costretto a difendersi in una controversia con l’ex fidanzato della figlia
Dado in tribunale. Non è un periodo facile per l’ex stella dei format comici in tv. Nelle scorse ore si è infatti dovuto presentare presso nell’aula di Piazzale Clodio per essere ascoltato dai magistrati. Il motivo, essersi costituito parte civile nel procedimento contro l’ex suocero della figlia. Una vicenda che gli avrebbe comportato conseguenze, soprattutto a livello psicologico. “Non lavoro più – le parole, riportate da Il Messaggero – Questa storia è stata la più grande destabilizzazione mentale dal mio lavoro. Da allora ho interrotto anche il mio format. Ho temuto per me e per mia figlia, che ha pagato tanto l’essere stata vicina a questa famiglia“.
Il padre dell’ex fidanzato della giovane deve rispondere di diffamazione. Proprio dalla relazione tra i due ragazzi sarebbero sorti numerosi attriti, approdati poi davanti alla giustizia. L’uomo, difeso dall’avvocato Alfredo Vitali, è accusato di aver diffamato Dado sui social, usando alcuni profili falsi. Le ingiurie contro il comico sarebbero contenute in oltre 800 tra post e messaggi, alcuni dei quali inviati anche ad altri esponenti dello spettacolo. Di fronte al giudice, Dado avrebbe recato la propria testimonianza su alcuni momenti del rapporto tra la figlia e l’ex fidanzato, durato tra il 2018 e il 2022.
Tra questi, anche un’aggressione che il ragazzo avrebbe compiuto ai danni di un’automobilista e da cui poi si sarebbe scagionato di fronte alle forze dell’ordine dichiarando il falso. L’episodio sarebbe stato riferito al comico proprio dalla figlia, all’epoca di soli 14 anni. “Lei – avrebbe detto Dado ai giudici – non era più serena perchè questa persona le aveva creato turbamenti. Gli atteggiamenti che aveva subito erano così violenti che l’avevano destabilizzata“. Le parti in causa si rivedranno ora in aula nuovamente il prossimo 27 giugno.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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