Cronaca
Inquinamento ambientale, guai per l’Eni a Santa Palomba
Inquinamento ambientale, gli esiti delle indagini dei Carabinieri coordinati dalla Procura di Velletri

Inquinamento ambientale. Nello specifico, di terreni e falde acquifere e a cui non si potrà mai più porre rimedio. Sotto accusa per questo è finito il deposito di proprietà dell’Eni che si trova a Santa Palomba, frazione del Comune di Pomezia. E che avrebbe fatto registrare delle perdite di carburante. A causarle alcune condotte negligenti e imprudenti, oltre alla volontà di pagare meno la manutenzione e l’adeguamento alle misure di sicurezza.
In particolare, spiegano gli inquirenti, nei serbatoi di jet-fuel e benzina non sarebbero stati installati i doppi fondi. In più, i bacini di contenimento attorno ad essi non sarebbero stati impermeabilizzati con il cemento. A scoprirlo, al termine di un anno e mezzo di indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico. Il loro lavoro è stato diretto dal procuratore di Velletri Amato insieme al sostituto Cassiani.
A quanto si apprende, due dirigenti sarebbero finiti sotto la lente. Sarebbero accusati di aver favorito l’inquinamento dei terreni intorno al deposito, oltre che di tre livelli delle falde acquifere. A carico dell’Eni vi sarebbe anche una responsabilità amministrativa: non avrebbe organizzato protocolli per prevenire la perdita di carburante e quindi possibili reati ambientali.
Contestazioni alle quali l’azienda ha replicato tramite una nota ufficiale. “Prendiamo atto – si legge – dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Confermiamo la nostra massima collaborazione con le autorità giudiziarie. Confidiamo di poter dimostrare la correttezza del nostro operato. Nel tempo abbiamo sempre attuato i protocolli di prevenzione, di cui l’azienda è specificamente dotata“.
Cronaca
Gli invitati: Papa Francesco nel murale di Laika

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25 aprile a Porta San Paolo: rischio di scontri tra gruppi partecipanti

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