Italia
Jj4 catturata, il Trentino non si ferma: “Altri due orsi verso l’abbattimento”
Jj4 catturata, l’annuncio del Presidente della Provincia Autonoma di Trento Fugatti

Jj4 catturata, ma non finisce qui. Nel mirino ci sarebbero infatti altri due orsi, denominati Mj5 e M62. Sono ritenuti anch’essi pericolosi, per cui anche nei loro confronti è stato disposto l’abbattimento previa cattura. L’annuncio è arrivato questa mattina in conferenza stampa, direttamente dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti. Che si è soffermato in prima battuta sulla presa, avvenuta questa notte, dell’esemplare responsabile della morte del runner Andrea Papi. Sulla sorte dell’animale, nei giorni si era pronunciato il Tar, sospendendone l’abbattimento.
Fugatti ha fatto sapere di essere in attesa di una nuova sentenza circa l’ordinanza emessa contro Jj4 nel 2020. Poi ha parlato degli altri due orsi, ai quali si vorrebbe togliere la vita. Su Mj5 l’Ispra avrebbe già detto sì, mentre il caso di M62 sarebbe ancora in fase di vaglio. Intanto, è in corso la seduta del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che, ha spiegato il Presidente, dovrà decidere il destino dei due esemplari. “Auspichiamo – ha detto – che il percorso vada nella direzione dell’abbattimento. In questo modo i nostri corpi si potranno da subito impegnare nella cattura di Mj5. Che – ha precisato – non sarà facile, visto che pesa tre quintali“.
Cronaca
Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio
Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.
Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.
Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.
La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte
Cronaca
In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra

Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.
Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.
La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.
La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.
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