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Omicidio al Casilino: l’assassino ora rischia grosso

Omicidio al Casilino. Lite tra coinquilini nel quartiere di Roma Est finisce in tragedia: i dettagli

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Omicidio al Casilino: l’assassino ora rischia grosso

AGGIORNAMENTO 30/04/2023 ore 11 – Omicidio al Casilino, si mette davvero male per il 38enne indagato. Il giudice ne ha infatti convalidato il fermo e ha disposto a suo carico la custodia cautelare in carcere. Il magistrato ha così accolto la richiesta in tal senso avanzata dal pm, adducendo come motivazione esigenze cautelari. L’uomo resterà dunque detenuto presso il carcere di Regina Coeli, dove era stato trasportato dopo l’arresto. L’accusa che gli inquirenti gli contestano al momento è quella dell’omicidio aggravato dai futili motivi.

Roma lite tra coinquilini sfocia nel sangue. E’ accaduto nella serata di mercoledì scorso, intorno alle 23, in un appartamento della borgata Finocchio. I due, entrambi di origini afghane, avrebbero avuto una violenta discussione, durante la quale uno di loro avrebbe estratto un’arma. E con esso avrebbe colpito l’altro fino ad ucciderlo. Immediato l’arrivo sul posto dei soccorsi, allertati dai vicini, che avevano udito le urla, e da una terza persona presente nell’abitazione. Per la vittima, un 40enne, non c’è stato però nulla da fare. Fatale il colpo subito con un coltello da cucina.

Il presunto assassino, di 38 anni, è stato invece arrestato dalla Polizia e condotto in Questura. Gli agenti delle Volanti lo avrebbero trovato in stato di choc e con i vestiti macchiati di sangue. Al momento si trova detenuto nel carcere di Regina Coeli, dove a breve il magistrato dovrà decidere se convalidare o meno il fermo. Intanto, per fare chiarezza sulla dinamica e soprattutto sulle cause del delitto, è al lavoro la Squadra Mobile e il locale Commissariato. L’episodio sarebbe avvenuto ai margini degradati della società. Alla base, riferisce a La Cronaca di Roma l’avvocato Spataro, legale dell’arrestato, un giro di permessi di soggiorno.

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Remigration al Colosseo. La protesta di Casa Pound contro l’immigrazione

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Remigration al Colosseo. La protesta di Casa Pound contro l’immigrazione

È notizia di pochissimi minuti fa come riporta il sito dell’Ansa.

Uno striscione bianco, lungo circa 10 metri srotolato al Colosseo con la scritta remigration rivendicato da CasaPound.

L’azione è stata rivendicata «per ribadire che l’unica soluzione a immigrazione, degrado e insicurezza è la remigrazione totale e senza compromessi degli irregolari», precisa CasaPound.

Come dar torto al movimento che, al di là delle appartenenze politiche, pone l’attenzione sul tema dell’immigrazione incontrollata che la causa di tantissimi problemi.

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Arrestato un eritreo di 29 anni per violenza sessuale su due donne alle stazioni di Roma

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Arrestato un eritreo di 29 anni per violenza sessuale su due donne alle stazioni di Roma

Ha cercato di violentare delle donne nelle stazioni di Roma. E per questo – dopo indagini lampo – è stato arrestato: i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Piazza Dante hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un 29enne originario dell’Eritrea, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato dei reati di violenza sessuale continuata e lesioni personali ai danni di due donne.

Violenza sessuale alle stazioni di Roma

Le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, sono scattate all’alba del 18 marzo, a seguito di una richiesta di aiuto al 112 da parte di una donna, in via Camasena, nei pressi della Stazione ferroviaria Roma Tiburtina. La vittima ha raccontato ai militari che, intorno alle ore 5 del mattino, era stata avvicinata da un uomo con la scusa di chiederle una sigaretta e che quest’ultimo l’avrebbe afferrata per il polso e per il collo, per poi spingerla e immobilizzarla a terra con la forza del proprio peso, iniziando a baciarla. La donna è riuscita a divincolarsi colpendolo a calci e strappandogli dei capelli, costringendolo così alla fuga. La donna, soccorsa, ha riportato delle lesioni giudicate guaribili in 7 giorni. Grazie alla dettagliata descrizione fornita dalla vittima e alle testimonianze raccolte da alcune persone che si sono affacciate alla finestra dopo aver sentito le urla, i Carabinieri hanno avviato immediatamente le indagini, riuscendo a ricostruire l’interno percorso dell’uomo attraverso l’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona. È stato quindi accertato che, subito dopo l’aggressione, si era diretto verso la Stazione Tiburtina, dove è stato ripreso chiaramente in volto dalle telecamere mentre tentava di salire a bordo di un treno ad alta velocità diretto a Venezia, ma sarebbe poi stato fatto scendere dal personale di bordo.

L’altra violenza

Nel pomeriggio dello stesso giorno, una donna e una sua amica hanno denunciato un episodio analogo, avvenuto in via dei Dauni, nei pressi della Stazione di Roma Termini. Anche in questo caso, le donne hanno denunciato che l’uomo si sarebbe avvicinato con la scusa di chiedere qualcosa e avrebbe cercato di bloccare e baciare una delle due, venendo però respinto grazie all’intervento dell’amica. Le due donne, dopo essersi accorte che l’uomo le aveva seguite fino a casa, notando che era rimasto ancora nei pressi della loro abitazione, hanno contattato il 112 e, grazie ad un’accurata descrizione dell’uomo, i Carabinieri sono riusciti a rintracciarlo in via Tiburtina Antica, mentre indossava ancora gli indumenti della mattinata.

Le dinamiche ricostruite per entrambi gli episodi hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo, sia mediante le immagini di videosorveglianza, sia nelle denunce sporte dalle vittime. Decisivo è stato anche il riconoscimento degli abiti indossati e il fatto che lo stesso operasse con il volto parzialmente coperto dal cappuccio del giubbotto. I Carabinieri, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, lo hanno quindi sottoposto a fermo, che è stato convalidato dal Tribunale di Roma che ha disposto per lui la misura della custodia cautelare nel carcere di Regina Coeli. Si precisa che, considerato lo stato del procedimento, indagini preliminari, l’indagato deve intendersi innocente fino ad eventuale accertamento di colpevolezza con sentenza definitiva.

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