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Caro affitti, la protesta degli studenti davanti alla Sapienza

Caro affitti, sbarcano anche nella Capitale le manifestazioni già inscenate a Milano

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Caro affitti, la protesta degli studenti davanti alla Sapienza

Caro affitti, un problema che si registra un pò in tutta Italia. Anche a Roma, dove per una stanza si arriva a dover sborsare anche 500 euro al mese, oltre alle utenze. Cifre non proprio abbordabili, soprattutto per chi, come gli studenti, è costretto a soggiornare fuori dal proprio luogo di residenza. E quando la politica latita, tocca ai diretti interessati far sentire alta la propria voce con la speranza di giungere ad una soluzione. E’ proprio questo quello che ha fatto un gruppo di universitari della Sapienza, appartenenti ad un movimento chiamato ‘Sinistra Universitaria’. Costoro hanno messo in scena la propria protesta davanti la sede del Rettorato, tutt’intorno la statua della Minerva.

Qui hanno piantato letteralmente le tende, usandole a mò di alloggio (ovviamente provvisorio). Un pò come aveva fatto nei giorni scorsi Ilaria, la studentessa che, non potendosi permettere un affitto a causa dei prezzi esorbitanti, si era insediata nel prato del Politecnico di Milano. A lei si erano poi uniti altri 12 ragazzi, anch’essi muniti di tende. E ora, con l’iniziativa che si estende alla Capitale, si apre la questione su quanto un bene primario come la casa sia diventato ormai un lusso. “Roma – scrivono i manifestanti sui social – è la seconda città in Italia per prezzo medio di una stanza. E l’Italia è tra gli ultimi in Europa per tasso di fuorisede in residenze pubbliche“.

Sotto quest’ultimo aspetto, DiSco Lazio fa sapere che, dei 2800 posti a disposizione nell’intera Regione, 2159 risultano assegnati. A fronte di un numero di studenti 100 volte maggiore: 200mila infatti quelli censiti dagli ultimi dati, di cui il 20% proviene da fuori. A ognuno di essi i promotori della protesta chiedono sia data una casa. Servono, spiegano, “interventi pubblici che tutelino gli studenti da un mercato selvaggio e fuori controllo“. E assicurano che non si fermeranno, anzi contano di crescere di numero. Perchè, dicono, “il diritto alla casa è diritto allo studio e va garantito“.

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