Claudio Lippi contro i gay in Rai. La durissima reazione della tv pubblica

Claudio Lippi contro i gay in Rai. Nel corso di un incontro con i giornalisti a Montecitorio, il conduttore si è lasciato andare ad alcuni commenti poco ‘politically correct’ sulle novità nel servizio pubblico. “Meno gay e gaie in tv – ha esordito – Serve il linguaggio popolare di Giorgia. Basta con la cultura con la k“. Parole che hanno fatto andare su tutte le furie i vertici di Viale Mazzini. “Lippi – si legge in una nota – lede la reputazione della Rai e dei suoi dirigenti. Escludiamo pertanto qualsiasi tipo di collaborazione con lui“.

Il conduttore rivela che da tempo le forze di centrodestra lavorano ad un rinnovamento del servizio pubblico. “Cinque anni fa – racconta – sia Salvini che la Meloni mi chiesero una mano. Volevano avere un parere, uno sguardo esterno sulla Rai, da chi la tv la conosce“. E indica la sua ricetta: “Ci vuole il sorriso. La Rai deve entrare nelle case degli italiani dicendo ‘buonasera’. Con leggerezza e intelligenza, non con la propaganda“. Altro che l’intervista alla ministra Roccella: “Cattiva, aggressiva. Non è Rai quella“.

Infine torna sul tema degli omosessuali, che, dice, finora hanno avuto troppo spazio in tv. Invece, a suo avviso, “è ora di portare in Rai il talento“. Che finora, sottolinea, è sempre mancato. E attacca: “Casalino, ad esempio, si crede un grande ufficio stampa? Stefano Coletta, il direttore che per fortuna non c’è più, ha fatto lavorare gay e gaie solo per il motivo di esserlo. C’erano tanti e tante che non avevano competenza, ma usavano la Rai per fare coming out. Allora anche noi etero dovremmo farlo, no?“.