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Cronaca

Incidente Casal Palocco, il gip svela la velocità del Suv al momento dello schianto

Incidente Casal Palocco, i contenuti dell’ordinanza degli arresti domiciliari a carico dello youtuber Matteo Di Pietro

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Incidente Casal Palocco, il gip svela la velocità del Suv al momento dello schianto

Incidente Casal Palocco, altro che non più di 60, come sostenuto dalla difesa. La Lamborghini guidata da Matteo Di Pietro sfrecciava a oltre 120 km orari. Un dato che si riferirebbe a giusto qualche istante prima dello schianto con la Smart con a bordo il piccolo Manuel. A confermarlo l’ordinanza con cui il gip di Roma Angela Gerardi ha disposto la detenzione domiciliare a carico del 20enne leader dei TheBorderline.

Il documento cita i dati del GPS del Suv. Che avrebbe percorso inizialmente il tratto tra via dei Pescatori e l’incrocio via di Macchia Saponara ad una velocità di 145 km/h. Poi, intorno alle 15.38, prima di immettersi sulla strada dove ha avuto luogo lo schianto, si sarebbe fermato. Dopodiché, avrebbe ripreso la sua folle corsa, toccando nel giro di soli 14 secondi quota 124 km/h. Il giovane non avrebbe frenato, ma non appena ha visto la Smart avrebbe decelerato in maniera improvvisa e rapidissima.

Nell’ordinanza si legge anche che la donna al volante della Fourfour avrebbe messo la freccia prima di svoltare. Un dettaglio riferito dall’autista del bus che passava in quel momento per il luogo del sinistro. L’uomo ha raccontato di come la Lamborghini avrebbe travolto l’utilitaria, la cui svolta verso Archelao di Mileto sarebbe stata molto rapida e senza esitazioni. Per cui, a suo avviso, l’autista non si sarebbe accorta dell’arrivo del Suv. Quest’ultimo avrebbe trascinato la Smart per diversi metri, prima che si sganciasse centrando il marciapiede destro.

Alla base dei domiciliari, continua la nota, il pericolo che Di Pietro possa inquinare le prove. Dal Suv sarebbero infatti sparite due telecamere usate per registrare video. Secondo gli amici del giovane, erano in funzione e uno di loro le avrebbe usate al momento dell’incidente. Lo youtuber è stato inoltre definito di personalità “non tranquillizzante, visto che ricavava reddito principalmente dalla pubblicazione di video e che già in passato ne aveva realizzati per queste challenge, mettendo a rischio l’incolumità propria e degli altri utenti della strada“.

Secondo il magistrato, inoltre, Di Pietro potrebbe reiterare il reato. Mentre, quanto alla positività ai cannabinoidi, pur non aggravando la posizione del giovane, ne dimostra ulteriormente l’indole aggressiva. Sembra inoltre che alcuni passeggeri a bordo del Suv gli avrebbero chiesto di ridurre la velocità, ma lui non avrebbe dato loro ascolto. Al momento dell’incidente, infine, il giovane stava guidando e non aveva in mano il telefonino.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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