Calcio
Scritte contro Vincenzo Paparelli, ma la Roma dove sta?
Scritte contro Vincenzo Paparelli, il silenzio assordante della società giallorossa
Scritte contro Vincenzo Paparelli, la vergogna non si arresta. Anzi, negli ultimi giorni ha raggiunto livelli esponenziali. A confermarlo Gabriele, il figlio del tifoso laziale ucciso nell’ottobre 1979 prima di un derby. “Sto ricevendo di tutto sui social“, le parole a ‘Notizie.com’. Che evidenziano come, dopo la sconfitta nella finale di Europa League, i tifosi romanisti si siano letteralmente scatenati. Scegliendo però il modo più becero per rispondere agli sfotto’ dei cugini biancocelesti.
Una condotta che sulla sponda giallorossa del Tevere portano avanti in realtà da tempo. Ma solo adesso hanno deciso di coronarla con la classica ciliegina sulla torta. Due scritte, comparse su altrettanti muri di Roma. E che, prima di essere opportunamente cancellate, hanno fatto in tempo a essere fotografate e pubblicate sui social. E tra chi le ha viste c’è stato purtroppo anche Gabriele, che dopo 45 anni si sarebbe risparmiato volentieri questa ulteriore doppia dose di dolore e rabbia.
Di cui la prima è stata impressa su uno dei muri di cinta esterni del cimitero del Verano. “Se tirava Tzigano, era centro assicurato“, recita. Citando il soprannome dell’ultrà giallorosso che in quel derby maledetto sparò il razzo che colpì a morte Paparelli. Lo slogan mette al centro la serie di rigori fatali alla Roma. Come il secondo, che un altro muro romano non meglio localizzato è stato costretto ad ospitare. “La tira Mancini, la para Paparelli“, il contenuto con protagonista uno degli giocatori che ha fallito dal dischetto a Budapest.
E in tutto questo la società AS Roma cosa fa? Un bel niente. A Trigoria regna il silenzio, come tra i media e le istituzioni. E ciò sorprende non poco. Almeno una condanna e una presa di distanza ufficiale avrebbero potuto (e dovuto) essere fornite. Perché qui non si tratta di un tifoso della Lazio, ma prima di tutto di una persona. Di un marito e padre, strappato troppo presto ai suoi cari. E che dopo tanti anni avrebbe il diritto di riposare in pace senza continuare a essere bersagliato in maniera cosi assurda e vigliacca.
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