Cronaca
“I bambini sono un problema”: frase choc nel ristorante a Ladispoli
“I bambini sono un problema”, l’episodio raccontato dalla protagonista sui social

“I bambini sono un problema”. Una regola che sta prendendo sempre più piede nei ristoranti di tutta Italia. I gestori la propongono probabilmente su indicazione degli stessi clienti. I quali vorrebbero (e li capiamo!) godersi un pasto in tranquillità, senza doversi sorbire urla, pianti e corse sfrenate tra i vari tavoli. Però c’è modo e modo per farlo presente. E ad accorgersene è stata una mamma di Ladispoli, dopo aver prenotato in un noto ristorante della città.
È stata lei stessa a raccontare lo spiacevole episodio su Stappamamma, un gruppo popolarissimo su Facebook. La donna era accompagnata dal figlio di 5 anni e dal nipotino di 1. E grande è stata la sua sorpresa quando un cameriere le ha fatto presente che i piccoli erano un problema e che, se voleva un tavolo, avrebbe dovuto lasciarli altrove. A quel punto, lei e gli altri commensali avrebbero immediatamente lasciato il locale. Ed è subito corsa a sfogarsi sui social.
“Nessuno può dirmi che mio figlio è un problema“, ha detto. Aggiungendo che all’inizio, appena arrivata, il cameriere le ha riferito di non trovare la prenotazione. L’episodio potrebbe ora avere conseguenze penali: “Non escludo di denunciare ai Carabinieri. Non li ho chiamati subito perché non volevo che il mio bambino si traumatizzasse“. Oltretutto il cameriere avrebbe pronunciato le parole proprio davanti ai bambini. E la mamma, per mitigare la delusione del figlioletto, gli avrebbe raccontato una bugia.
“Quando mi ha chiesto perché ce ne stavamo andando, gli ho risposto che i tavoli erano tutti prenotati e che se fossimo rimasti altra gente non avrebbe potuto cenare. Potevo mai dirgli che il problema era lui e il cuginetto che dormiva pacificamente nel passeggino? Mi sono sentita discriminata“. Il proprietario del ristorante però non ci sta e smentisce la versione. “Qui facciamo feste per bambini“, dichiara a La Repubblica. Dove invita la donna a tornare per chiarirsi.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate

Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
-
Attualità2 giorni fa
Minacciata di morte dalla moglie: “Ti do ai miei amici e ti faccio prostituire”
-
Attualità4 giorni fa
Un uomo viene morso da un cane al Parco Talenti e subisce la lesione dei legamenti del ginocchio.
-
Ultime Notizie Roma3 giorni fa
Chiarezza e Verità sulla Consacrazione Episcopale e sulla Prelatura Internazionale di S. E. Mons. Salvatore Micalef
-
Attualità7 giorni fa
Mancanza di un sondino causa la morte del paziente in clinica a Roma: anestesista a processo