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Le spese per i giochi superano i 2 miliardi ma cala il numero di utenti

Le spese per i giochi superano i 2 miliardi ma cala il numero di utenti

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Le spese per i giochi superano i 2 miliardi ma cala il numero di utenti

Negli ultimi anni, l’industria del gaming in Italia nel 2022 ha raggiunto nuovi record in termini di spesa, pari a 2,2 miliardi di euro in hardware, software e prodotti correlati (+1,2% rispetto al 2021). Tuttavia, l’altro dato emerso, è che l’aumento della spesa non è stato proporzionale all’aumento del numero di utenti, che invece è sceso.

Il rapporto annuale dell’IIDEA, ha evidenziato che la frazione maggiore della spesa è stata effettuata per i software (82%), ovvero per i giochi, e il restante 18% per l’hardware e i prodotti correlati. Lo stesso rapporto ha evidenziato che anche il mobile vede un trend in leggera salita. Lo stesso rapporto ha indicato un dato praticamente scontato: i giochi digitali aumentano, mentre i giochi fisici (giochi in scatola) diminuiscono ancora, restando fermi a quote sempre più vicine ai 250 milioni di euro.

Se si parla di prodotti fisici, le vendite di hardware aumentano fino a superare i 400 milioni di euro spesi in console. Da alcuni anni il numero di console vendute annualmente si aggira intorno alle 900 mila unità, sia di nuova che di vecchia generazione.

Le spese per i giochi superano i 2 miliardi ma cala il numero di utenti

Il gioco d’azzardo non c’entra

L’aumento della spesa non dipende dal gioco d’azzardo, poiché non preso in considerazione dal rapporto di IIDEA. A tal proposito, comunque, va evidenziato che invece per il gioco d’azzardo online il 2022 ha segnato per la prima volta il sorpasso del gioco online rispetto al gioco in presenza. I casinò online e siti di scommesse online hanno superato le ricevitorie.

Ad ogni modo, trattandosi di gioco per vero denaro, ricordatevi di usare una guida prima di iniziare a giocare sui casinò online poiché vi aiuterà a comprendere meglio le regole, le probabilità di vincita ma anche le giuste strategie da adottare.

Si spende di più, ma i giocatori diminuiscono leggermente

Il numero di utenti giocatori può dipendere da numerosi fattori. Ad esempio, nel 2020 si è avuto un incremento di giocatori per via dei lockdown dovuti alla pandemia, che ha aumentato il numero di persone che ha optato per passare il tempo giocando. In tempi “normali” il confronto acquista certamente più senso.

Ebbene, il dato emerso è che nel 2022 il numero di videogiocatori in Italia è stato pari a 14,2 milioni, pari al 32% della popolazione tra i 6 e i 64 anni. Questo dato è in diminuzione rispetto al 2021, con un calo pari all’8%. Questa contrazione è stata dovuta soprattutto al calo del numero di videogiocatori su PC, un dato in linea con altri mercati europei.

Diminuendo la percentuale di chi gioca al PC, aumenta quella di chi gioca su altri dispositivi: mobile (69,7%), console (45,8%), PC (38%). Il videogiocatore in Italia ha una media di 30 anni e questo spiega anche la contrazione del gioco su PC.  La fascia di età che gioca di più attualmente, è proprio quella tra i 45 e i 64 anni (24,6%) di poco superiore a quella tra i 15 e i 24 anni (24%). Seguono le altre incluse tra l’11% e il 15%.

Le spese per i giochi superano i 2 miliardi ma cala il numero di utenti

Uomini e donne

A che giochi preferiscono giocare uomini e donne? Mentre su mobile le videogiocatrici preferiscono gli stessi generi di videogiochi degli uomini, su PC la situazione cambia poiché in tal caso preferiscono family e adventure, mentre gli uomini preferiscono strategia, sport e racing. Su PC sempre più utenti sfruttano la possibilità di giocare tramite account Google.

Tempo di gioco

Com’era ovvio, i tempi di gioco si sono normalizzati rispetto ai tempi pandemici e quindi sono leggermente diminuiti rispetto a quel periodo. Il tempo medio di gioco settimanale è pari a 7,52 ore. Il 69,7% dei videogiocatori gioca almeno un’ora complessiva a settimana, il 19,7% almeno un’ora al mese e il 10,06% almeno una volta l’anno.

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SCIOPERO A ROMA – VENERDI’ NERO 

Roma Centro

Metro C a Piazza Venezia : una sfida tecnologica

Metro C a Piazza Venezia : una sfida tecnologica

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Metro C a Piazza Venezia : una sfida tecnologica

La stazione metro C di Piazza Venezia a Roma è una fermata museo che rappresenta una sfida ingegneristica.

La sua realizzazione non solo diventerà un’attrazione turistica, ma rappresenterà anche uno snodo fondamentale per il trasporto pubblico nel centro della città. Il sindaco Roberto Gualtieri ha visitato il cantiere definendola la più bella e straordinaria del mondo nel suo genere.

La stazione è situata nel cuore della città eterna e si tratta di una struttura profonda 45 metri, con muri perimetrali di contenimento che raggiungono una profondità record di 85 metri. Per questo tipo di scavo a grande profondità, sono necessarie tecnologie avanzate che permettano di preservare i monumenti e i palazzi antichi circostanti. Per questo motivo è stata utilizzata una gigantesca idrofresa, la più grande del mondo con un’altezza di 24 metri e mezzo.

Il macchinario lavora in verticale, sfruttando un getto d’acqua ad alta pressione. Il suo arrivo sul cantiere ha richiesto quattro trasporti eccezionali, ma si prevede che accelererà notevolmente i tempi di realizzazione della stazione. Tuttavia, non si prevede che l’apertura della fermata avverrà nel breve termine, dato che la stazione composta da otto piani sotterranei, 27 scale mobili e banchine lunghe 110 metri richiederà tra gli otto e i dieci anni di lavori.

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Attualità

Google sospende le immagini di Gemini AI dopo i soldati tedeschi sbagliati

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Google sospende la generazione immagini di Gemini AI dopo controversia “nazisti neri”

L’intelligenza artificiale della Google, Gemini, ha mostrato notevoli inesattezze storiche nella sua funzionalità di generazione di immagini, producendo risultati comici come tra l’altro ritrarre persone di colore come Padri fondatori degli Stati Uniti, o gerarchi nazisti essendo «etnicamente corretti».

Abbiamo già iniziato ad affrontare i recenti problemi con la generazione delle immagini da parte del sistema Gemini. Mentre ci occupiamo di questi, abbiamo deciso di mettere in standby la funzionalità di generazione delle immagini, con l’intenzione di rilasciare in futuro una versione migliorata“, queste le parole di Google, che ha deciso di mettere a riposo la sua intelligenza artificiale Gemini. Gemini ha sostituito Bard, precedentemente noto come il nemico di ChatGpt. Questa misura drastica è stata adottata in seguito a una serie di errori storici che Gemini commetteva producendo immagini su richiesta degli utenti.

Tuttavia, cosa è successo concretamente? Un paio di giorni fa, un utente ha condiviso su X, che è il vecchio Twitter, l’errore di Gemini rispondendo alla sua richiesta di «generare un’immagine di un soldato tedesco del 1943». L’IA ha proposto quattro immagini di soldati, uno bianco, uno nero e due sono donne asiatiche. Queste immagini, ovviamente, errate in modo comico, hanno sollevato scherno e derisione, particolarmente da parte di coloro che si oppongono al cosiddetto «blackwashing» (in cui un attore di colore interpreta il ruolo di un personaggio storico di un’altra etnia) o al «genderflipping» (quando il sesso di un personaggio è cambiato in un adattamento o reboot). Il principale argomento di questi critici è che le intelligenze artificiali sono eccessivamente «woke».

Oltre ai soldati nazisti, in questi giorni su internet si parla anche dei Padri fondatori degli USA di colore e della risposta di Gemini alla richiesta di creare degli esempi di ‘senatori degli Stati Uniti del 1800’, mostrando dei volti di donne nere e indigene. Ciò è accaduto nonostante la prima senatrice donna sia stata eletta solo nel 1922. In sintesi, la probabile volontà di Google di promuovere la diversità nei dati di addestramento dell’IA ha portato a queste grottesche inesattezze storiche.

Google stessa ha dichiarato: “Siamo consapevoli che Gemini ha mostrato inesattezze in alcune rappresentazioni storiche durante la generazione di immagini”, annunciando successivamente un’immediata sospensione della funzione: “I contesti storici sono pieni di sfumature e flessibilità, quindi ci stiamo adeguando a questa complessità”, ha dichiarato Jack Krawczyk, Senior Director of Product di Gemini. Google aveva iniziato a offrire la generazione di immagini attraverso i vari modelli di Gemini AI solo all’inizio di questo mese.

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