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Cronaca

Naufragio Cutro, tre testimoni mettono nei guai la Guardia Costiera

Naufragio Cutro, l’incredibile racconto di alcuni migranti sulla notte della strage

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Naufragio Cutro, tre testimoni mettono nei guai la Guardia Costiera

Naufragio Cutro, svolta nelle indagini. Il tragico episodio avvenne tra il 25 e il 26 febbraio scorsi, a pochi km dalla costa della località del Crotonese. 94 persone persero la vita, tra cui 35 bambini, ma il numero esatto non è mai stato accertato. Secondo quanto riporta La Repubblica, nelle ultime ore sarebbero sopraggiunti elementi importanti per determinare cosa sia realmente accaduto e soprattutto chi siano i responsabili.

Al momento, nel registro degli indagati sono iscritti, oltre ai quattro scafisti, anche due ufficiali della Guardia di Finanza. Questi ultimi sono accusati di naufragio colposo, rifiuto e omissione di atti d’ufficio e omicidio colposo. Di altri tre indagati invece l’identità è stata coperta. Fu Frontex ad avvisare del caicco alla deriva. Subito la GdF inviò sul posto due motovedette, che però fecero subito ritorno alla base viste le avverse condizioni meteo.

Restarono invece ferme le unità della Guardia Costiera. La quale confermò di un contatto tra la Guardia di Finanza e la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria. La posizione del barcone, secondo le Fiamme Gialle, in quel momento non era nota. Le imbarcazioni della GC avrebbero però potuto avvicinarvisi di più, essendo in grado per grandezza di navigare anche con mare forza 8.

NAUFRAGIO CUTRO, LA PISTA DELL’ELICOTTERO

La loro uscita in mare sarebbe però stata posticipata, facendole arrivare sul posto solo alle 5:35. Vale a dire, un’ora dopo che la Capitaneria di Porto avrebbe ricevuto la prima segnalazione. Ma adesso è spuntato anche un elicottero bianco, che avrebbe sorvolato la zona dello schianto tra le 19 e le 22, ore prima che avvenisse. Avrebbe dunque visto il caicco in balia delle onde, ma si sarebbe allontanato.

A rivelare questo particolare sarebbero stati alcuni dei naufraghi sopravvissuti. La loro testimonianza sarebbe stata raccolta lo scorso giugno nei campi in Germania dove sono stati accolti. Alla visione dell’aereo, “i quattro scafisti – hanno raccontato – ci hanno costretto a nasconderci sotto coperta. Era tutto bianco, con coda e insegne rosse“. Da alcune immagini, i migranti lo avrebbero poi riconosciuto come appartenente al Corpo delle Capitanerie di Porto.

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Frascati, compagni di scuola sul 14enne arrestato per accoltellamento: un ragazzo taciturno e arrabbiato

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Frascati, compagni di scuola sul 14enne arrestato per accoltellamento: un ragazzo taciturno e arrabbiato

Andrea, un giovane di 14 anni, è accusato di tentato omicidio. Sabato sera, è uscito di casa nella zona dei Castelli Romani.

L’incidente

Secondo le ricostruzioni, il ragazzo ha affrontato un coetaneo, scatenando una violenta aggressione. Gli agenti sono intervenuti tempestivamente, portando il ferito all’ospedale. Le prime informazioni indicano che l’aggressione sarebbe stata motivata da un litigio tra i due adolescenti.

Sviluppi legali

Dopo l’accaduto, Andrea è stato arrestato e si trova ora in custodia. Le autorità stanno esaminando le circostanze dell’incidente per accertare la responsabilità e il contesto in cui si è verificato l’episodio.

Reazioni della comunità

La notizia ha suscitato grande preoccupazione tra i residenti della zona. I genitori esprimono inquietudine per la sicurezza dei propri figli e chiedono interventi per prevenire simili episodi in futuro.

L’attenzione resta alta mentre si attendono ulteriori aggiornamenti sulle indagini in corso.

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Cronaca

Arrestati per truffa legata a false paternità per ottenere permessi di soggiorno in cambio di pasti gratuiti

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Arrestati per truffa legata a false paternità per ottenere permessi di soggiorno in cambio di pasti gratuiti

Un’inchiesta della procura di Roma ha rivelato un’operazione illegale capeggiata da un uomo di origine sinti, responsabile di procurare permessi di soggiorno a donne straniere attraverso dichiarazioni fittizie di paternità. Sono sette gli indagati, con tre arresti già effettuati e quattro persone sottoposte a perquisizioni domiciliari e personali.

Metodo di adescamento

Gli investigatori hanno seguito la pista delle attestazioni fornite da cittadini italiani, spesso in condizioni di difficoltà economica, che accettavano di riconoscere fittiziamente paternità a favore di bambini nati da donne in situazioni di marginalità. L’indagine ha condotto all’uomo residente nel campo nomadi dell’Arco di Travertino, il quale reclutava potenziali “padri” in cambio di piccoli compensi, come sigarette e pasti gratuiti.

Coinvolgimento dei padri naturali

Nel processo di “riconoscimenti” fittizi venivano coinvolti anche i padri naturali dei minori, che pagavano l’intermediario per ottenere i “favori” dei padri italiani. Quando un padre, che aveva deciso di collaborare con le autorità, ha manifestato il suo pentimento, è stato minacciato e ricattato. Altri ‘papa’ putativi si sono trovati nella stessa situazione, costretti a ritrattare sotto minaccia di ritorsioni da parte dei padri naturali.

Conseguenze legali

Grazie a questo sistema, i bambini nati da donne di origini extracomunitarie venivano considerati italiani, permettendo alle madri di ottenere permessi di soggiorno. In un caso specifico, era già stato pianificato un battesimo con il padre ‘putativo’, poi annullato a causa dell’emergere delle indagini.

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