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Sgarbi al Maxxi, il critico d’arte si difende: “Strumentalizzato dai radical chic”

Sgarbi al Maxxi, le parole dopo il ‘caso’ delle frasi volgari e sessiste durante un evento del Museo

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Sgarbi al Maxxi, il critico d’arte si difende: “Strumentalizzato dai radical chic”

Sgarbi al Maxxi, dopo le accuse la parola alla difesa. Che non fa passi indietro, ma rilancia. “Se mi dimetto? – le parole del Sottosegretario alla Cultura a ‘Il Corriere della Sera’ – Non scherziamo. Rivendico tutto quello che ho detto e fatto. Se accettassi il ricatto di alcuni dipendenti del Maxxi, staremmo freschi“. Il turpiloquio usato durante l’inaugurazione della stagione estiva del Museo e le polemiche che ne sono seguite non smuovono dunque il noto critico d’arte e personaggio tv.

Protagonista di un’intervista effettuata dal cantante Morgan alla presenza del Presidente del Maxxi, Alessandro Giuli. E in cui Sgarbi ha parlato anche della sua vita sessuale e dei suoi problemi alla prostata. Un discorso condotto senza alcun freno inibitorio, come testimonia l’uso di frasi volgari e sessiste. L’intervento è stato ripreso in alcuni video, che sono stati poi pubblicati sui social, contribuendo a scatenare il caso. Anche perchè nei filmati non si sente nessuna delle parole oscene pronunciate.

In seguito alle quali i dipendenti del Maxxi hanno inviato una lettera di protesta al direttore del Museo. “Con rammarico – si legge – siamo dispiaciuti per i contenuti degli interventi. In nessun modo essi collimano con i valori che da sempre hanno contraddistinto il nostro lavoro all’interno di questa istituzione. Che è luogo di cultura libera, inclusiva e critica nei confronti di pregiudizi e luoghi comuni“.

Parole alle quali a stretto giro è arrivata la replica di Sgarbi. “Come mai – attacca – se ne vengono fuori 10 giorni dopo? Io rispondevo semplicemente ad alcune domande del conduttore Morgan. Siccome Giuli è di destra, questi radical chic ne hanno approfittato per strumentalizzare la vicenda. Chiedere scusa? Era uno spettacolo, c’era goliardia. Allora censuriamo anche Mozart, Lucio Battisti, Franco Califano. Gente le cui opere sono piene di riferimenti sessuali“.

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