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Inchiesta contro Tesla: Musk mente sulla durata delle batterie

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Inchiesta contro Tesla: Musk mente sulla durata delle batterie

L’inchiesta descrive come Tesla abbia programmato i suoi veicoli per mostrare proiezioni ottimistiche dell’autonomia sul cruscotto, esagerando la distanza che i veicoli possono percorrere con una batteria completamente carica.

L’azienda ha deciso di scrivere algoritmi per mostrare stime “rosy” (ottimistiche) della distanza per scopi di marketing. Queste proiezioni ottimistiche si riducono quando la batteria scende al di sotto del 50% di carica, ma è stato creato un “buffer di sicurezza” per prevenire che i conducenti rimangano bloccati.

Un sistema che mente sapendo di mentire, diminuendo automaticamente il tempo che trascorre tra una percentuale e l’altra.

Tesla ha anche formato un “Team di Deviazione” per evitare che i clienti che lamentano la scarsa autonomia portino le auto al centro assistenza, risparmiando denaro e riducendo la pressione sui centri di assistenza. Una grave mancanza del colosso, che crea un baratro tra se e i proprietari delle auto, Ferruccio Lamborghini sarebbe schifato…

Altro cardine dell’inchiesta sono i risultati dei test e delle analisi riguardanti l’autonomia dei veicoli Tesla. Tester e regolatori hanno continuato a rilevare che le stime di autonomia dei veicoli Tesla sono esagerate.  Alcuni studi hanno rilevato che almeno tre dei modelli Tesla avrebbero un’autonomia media del 26% in meno rispetto alle stime pubblicizzate. Mentre altri produttori automobilistici hanno contatori di autonomia più accurati, quelli di Tesla sono progettati per eccesso invece che difetto (e di molto) rendendo le proiezioni di autonomia spesso sopravvalutate.

La risposta dei governi a Tesla

Il Governo della Corea Del Sud ha reagito male alle diverse stime del colosso rispetto alla realtà, e non è l’unico. Paesi Europei come la Germania hanno già seguito l’esempio della Corea, condannando Tesla in territorio nazionale e portandola davanti ad un giudice.

Il colosso Americano continua a perdere incassi e processi, mentre l’alto costo delle vetture e la grande competitività del mercato dell’elettrico ha già fatto incrinare il suo potere.

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Inchiesta condotta da Reuters

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Arresto di padre e figlio trovati con 250mila euro falsi, una pistola e munizioni tenute illegalmente

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Arresto di padre e figlio trovati con 250mila euro falsi, una pistola e munizioni tenute illegalmente

Due uomini, un padre di 73 anni e un figlio di 48 anni, sono stati arrestati a Pomezia (Roma) per possesso di oltre 20mila euro in banconote false, unitamente a armi e munizioni detenute illegalmente.

Nella giornata di sabato 22 febbraio, i carabinieri della stazione di Torvaianica, in collaborazione con l’Aliquota operativa, hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione dei due durante un’attività info-investigativa. Durante l’operazione, sono stati trovati 20.500 euro in banconote da cento euro, una pistola scacciacani priva del tappo rosso e diverse munizioni, tra cui 28 a salve, sei cartucce calibro 22 e 60 cartucce calibro 12. Tutti gli oggetti sono stati sequestrati poiché detenuti illegalmente.

I due arrestati, già noti alle forze dell’ordine, dovranno ora rispondere alle accuse di detenzione di monete contraffatte e di armi.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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