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Wi-fi pubblico, a Roma la rete è un colabrodo: i dati (impietosi)

Wi-fi pubblico, i risultati dell’analisi dell’Agenzia di controllo (Acos) sugli hotspot della Capitale

Wi-fi pubblico, chi l’ha visto? A Roma la rete del Comune c’è ma è come se non ci fosse. A confermarlo l’ultimo rapporto dell’Acos, l’Agenzia che monitora la qualità dei servizi pubblici della Capitale. Che ha analizzato 94 dei 584 hotspot presenti in città. Biblioteche, scuole, sedi istituzionali e perfino le linee, superficiali e sotterranee, di Atac. Luoghi dove ci si dovrebbe poter connettere a Internet gratuitamente. Almeno in teoria.

Sì perchè la pratica fa invece registrare, in molti di essi, un segnale invisibile. Che c’è, ma della cui presenza non c’è traccia. Ciò accade nel 52% degli hotspot. I quali sono invece funzionanti solo in parte per il restante 48%. Si distinguono quelli dei municipi e dei musei, perfettamente attivi rispettivamente nel 75 e nel 73% dei casi. Più drammatica è invece la situazione in biblioteche e scuole.

Quanto alle prime, infatti, si registra solo il 50% delle connessioni prive di problemi. Dato che si dimezza fino al 24% per quel che concerne le seconde. E le cose non vanno meglio se si va a vedere municipio per municipio. In quelli periferici, in particolare nel XII, XV, IV e V, c’è una rete che fa pena. Il dato di hotspot non funzionanti arriva infatti a toccare l’80%. Consolano per fortuna quelli del I e del II Municipio, con il 60 e il 100% di punti che vanno.

Appena il 35% degli hotspot è inoltre indicato con il cartello bianco e rosso. Che è del tutto assente nelle sedi Atac e nei box info turistiche. Quanto alla velocità di connessione, quelle messe meglio sono le sedi istituzionali, con valori sopra la media. Peggio invece fanno sia le scuole che le biblioteche. Infine, rispetto al 2022, il dato dei funzionanti è in calo dal 50% al 48%.

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