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Cronaca

20enne drogata e stuprata a Roma: “L’ho scoperto su Whatsapp”

20enne drogata e stuprata a Roma. Il racconto della giovane dell’incubo vissuto

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20enne drogata e stuprata a Roma: “L’ho scoperto su Whatsapp”

20enne drogata e stuprata a Roma. A denunciarlo, riporta Il Messaggero, è stata lei stessa, ai Carabinieri di via Selci. Sudamericana, da anni in Italia, avrebbe raccontato di essere stata violentata da un amico che avrebbe approfittato di un suo momento di scarsa lucidità. La giovane sospetta che il ragazzo le abbia fatto assumere droga a sua insaputa, proprio per disarmarne ogni tentativo di reazione. Sulla vicenda sono ora al lavoro gli inquirenti.

Ma la cosa più scioccante per lei è stata il modo in cui è venuta a sapere dell’accaduto: “In due occasioni distinte, alcuni miei amici mi hanno girato dei video. Nel guardarli ho provato una rabbia incredibile. Mi ero fidata di quel ragazzo che, una sera in un bar di Testaccio e un’altra in un discopub del Tuscolano, si era offerto di riaccompagnarmi a casa. Ero come stordita, non capivo cosa stesse accadendo. Entrambe le mattine mi sono risvegliata a casa mia, ma non ricordavo nulla di quanto avvenuto nel tragitto“.

Una volta resasi conto, ha provato rabbia e vergogna. Ma ciò non le ha impedito di chiedere aiuto. Secondo le prime ricostruzioni, la prima violenza ai suoi danni sarebbe avvenuta in un’auto. La seconda invece in una stanza dove lei non abitava. Il responsabile, non pago degli abusi, li avrebbe filmati, forse per vantarsene. I video sono stati consegnati ai militari dalla vittima, che avrebbe indicato l’aggressore in un 28enne ecuadoregno.

I due si sarebbero conosciuti lo scorso gennaio, ad una festa di compleanno. Poi ad aprile si sarebbero reincontrati. L’accusato sarebbe già noto alle forze dell’ordine per reati inerenti lo spaccio di droga. Sotto sequestro gli inquirenti hanno posto diversi dispositivi informatici, dove sperano di trovare altri video. Il giovane si trova ora presso il carcere di Regina Coeli e nelle prossime ore sarà interrogato. E’ accusato di violenza sessuale aggravata e diffusione illecita di video espliciti.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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