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Confagricoltura: lavoro nei campi per chi ha perso il RDC

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Confagricoltura: lavoro nei campi per chi ha perso il RDC

Se Confindustria possiede la spada con cui è stato lacerato il Reddito, Confagricoltura ha il dito da mettere nella piaga. Non solo i percettori di reddito si trovano sul filo della soglia di povertà, ma vengono anche perseguitati come abusivi.

Governo e Confindustria trovano del marcio nelle persone e non nella società in se, un uomo occupabile non lavora? Bisogna trattarlo come uno scroccone. Senza parlare dell’enorme baratro che si andrà a riaprire tra il Nord e il Sud, con annesse scene di razzismo. La ripartizione orizzontale dell’Italia, quella differenza Sud-Nord che si cercava di non far pesare ora torna sulla breccia.

Alla sbarra gli occupabili non occupati, che non hanno mai avuto nessun libero arbitrio all’interno del sistema. O lavori dove ti dico io o al primo “no” ti faccio saltare il Reddito, a te e a tutta la tua famiglia.

E Confagricoltura sa come inasprire il boccone e renderlo rancido: si aprono le porte dei campi. I campi? Come potrebbe mai essere una soluzione lavorativa stabile per un padre di famiglia dopo i quarantenni? Non si parla di una posizione politica, ma di una scientifica: il 74 percento dei precettori ha un età superiore ai 45 anni.

RDC oppure campi: la bella scelta per gli occupabili

Come possiamo tutelare il diritto alla famiglia, ad avere un padre, un lavoro che non ti uccida? Attualmente le condizioni medie di chi lavora “per campi” sono devastanti. I migliaia di braccianti stipati dovrebbero essere tutelati, invece per Confagricoltura vanno aumentati. Questa immagine del campo come un luogo di lavoro comodo e sicuro chi l’ha partorita?

Elly Schlein e PD promettono battaglia attraverso la serrata opposizione in aula, per la prima volta con un grande consenso da parte dell’ Italia. Se a livello politico M5S e PD sono divisi, gli elettori si trovano ormai quasi sempre in accordo sulle questioni principali. Vedremo come (e se) questo possibile vantaggio verrà sfruttato.

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Incendio appiccato da un detenuto nella sua cella al carcere Regina Coeli di Roma

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Incendio appiccato da un detenuto nella sua cella al carcere Regina Coeli di Roma

Un detenuto ha appiccato un incendio nella sua cella al carcere romano di Regina Coeli, mentre un altro si è ferito gravemente al collo. La notizia è stata comunicata dal sindacato Fp Polizia Penitenziaria della Cgil, che ha definito l’episodio come un'”ennesima notte di follia” all’interno dell’istituto penitenziario.

Incendio e fuga di fumo

Il sindacato ha spiegato che il detenuto ha provocato un incendio creando una grossa nube di fumo nella sezione detentiva. Solo l’intervento tempestivo del personale di Polizia Penitenziaria ha evitato conseguenze più gravi. Durante le operazioni di evacuazione, un altro detenuto, probabilmente sconvolto e in preda al panico, si è procurato una grave ferita da taglio al collo.

Condizioni critiche del personale

La Cgil ha sollevato preoccupazioni riguardo alla situazione del personale, avvertendo che è “fortemente in sotto organico”. Il sindacato ha denunciato le “precari e difficili condizioni di lavoro” nella struttura, sottolineando che la Polizia Penitenziaria sta affrontando turni massacranti e operando al di sotto dei livelli minimi di sicurezza. Hanno fatto appello per “interventi urgenti dalle varie Autorità” e hanno chiesto una riforma dell’intero sistema penitenziario che possa affrontare le emergenze e restituire dignità ai lavoratori del Corpo di Polizia Penitenziaria.

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Carro distrutto dalle fiamme al carnevale di Pontecorvo, due bimbi ustionati e la folla in fuga

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Carro distrutto dalle fiamme al carnevale di Pontecorvo, due bimbi ustionati e la folla in fuga

Durante la sfilata della 73esima edizione del Carnevale Ciociaro Pontecorvese a Pontecorvo, provincia di Frosinone, un carro allegorico ha preso fuoco, generando panico tra i presenti. Tre persone, tra cui una donna e due bambini, sono rimaste ferite, mentre un carabiniere ha riportato una lieve ustione.

Incendio del carro allegorico

Le prime indagini indicano che l’incendio potrebbe essere stato causato da un corto circuito dell’impianto elettrico. Tuttavia, si è successivamente ipotizzato che il rogo possa essere originato da un servizio di effetti scenici che utilizzava fiamme. Testimoni affermano che le fiamme sarebbero state più alte del previsto e, a causa del vento, hanno investito un pupazzo di cartapesta, innescando il fuoco.

Dettagli sui feriti

Tra i tre feriti figurano la moglie e il figlio di chi ha allestito il carro, colpiti mentre si trovavano all’interno della struttura. I feriti sono stati trasportati all’ospedale di Cassino: un bambino e la donna sono stati dimessi con ustioni ritenute non gravi, mentre l’altro bambino ha riportato ustioni più significative, ma non si trova in pericolo di vita.

Inoltre, un carabiniere ha subito una leggera ustione al collo a causa di residui di resina bruciata, secondo quanto riportato dall’agenzia LaPresse.

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