Cristina Seymandi Massimo Segre, l’imprenditrice contrattacca: “Una pagliacciata” (VIDEO)

Cristina Seymandi Massimo Segre, da innamorati a nemici il passo è stato molto molto breve. A qualche giorno dalla ‘vendetta’ (pubblica) di lui, lei scende in campo. E, ai microfoni de La Stampa, risponde alle accuse che le sono state mosse. “È stata una pagliacciata, le cose serie si risolvono in altro modo“, dice. Ancora scossa per quanto accaduto durante la sua festa di compleanno in villa a Torino. I suoi ‘segreti’ spiattellati ai 150 invitati, convinti di assistere ad un annuncio di nozze.

“Questa sera – aveva detto il banchiere – voglio regalare a Cristina la libertà di amare. Amare un avvocato a cui tiene più che a me“. Ma i doni non si erano fermati qui: per la promessa sposa e l’amante, Segre aveva infatti aggiunto anche una vacanza a Mykonos “già tutta pagata“. Oltre alla possibilità, per la donna, di continuare a lavorare insieme a lui. “Da che pulpito viene la predica – ribatte sul quotidiano la Seymandi – Pensi a sé stesso in primis. La verità verrà fuori. Ma mi dispiace più per lui che per me“.

CRISTINA SEYMANDI MASSIMO SEGRE: “DECIDERÒ SE TUTELARMI”

Quanto accaduto le ha attirato molte critiche: “Chi le ha fatte soprassieda. Le dinamiche interne ad una famiglia sono sempre molto complesse e difficili da comprendere all’esterno“. E rivolge un pensiero a chi è venuto fuori senza che c’entrasse nulla: “Mi dispiace per loro“. Ora si attendono quindi le prossime mosse, sia sotto il profilo professionale (“Non posso permettermi di perdere il lavoro“) che legale (“Devo decidere se tutelarmi in sede civile e penale“).

Ma quando le viene chiesto se si spiega il motivo di quanto accaduto, lo impunta alla stanchezza del mancato marito. Anche se non esclude che possa non essere farina del sacco dell’uomo: “Sospetto che ci sia qualcuno dietro di lui che ha soffiato sul fuoco e l’ha consigliato. Pensi che è stato preparato persino un video da far circolare“. E conclude sul concetto di libertà: “Non me l’ha concessa lui. È un mio diritto inalienabile, in quanto persona e donna“.