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Cronaca

Omicidio a Nettuno, arrestati i presunti killer

Omicidio a Nettuno, la macabra ricostruzione di quanto accaduto

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Omicidio a Nettuno, arrestati i presunti killer

Omicidio a Nettuno. Fatale per la vittima un colpo di piccone sferrato all’altezza della nuca. Ad uccidere l’uomo, un 77enne molto noto nella zona, due fratelli romeni di 23 e 25 anni. Il delitto si sarebbe consumato nell’abitazione dell’anziano. Alla base un tentativo di vendetta nei suoi confronti da parte dei due stranieri. E’ stata la moglie a trovare il corpo senza vita dell’uomo. E immediate sono scattate le indagini, di concerto tra i carabinieri di Anzio e i colleghi di Frascati.

Le indagini dell’omicidio a Nettuno

Ai due gruppi è bastato poco tempo per ricostruire quanto accaduto e a fermare entrambi i responsabili. A carico dei quali sarebbero emersi gravi indizi di colpevolezza. Su tutti l’arma del delitto, rinvenuta nell’abitazione. Che i romeni frequentavano da anni e dove avevano più volte lavorato come giardinieri e operai. L’ultima volta ci sarebbero stati nella mattinata di giovedì scorso. E una lite con il 77enne, inizialmente verbale, sarebbe poi sfociata in una aggressione.

I due avrebbero preso l’uomo alle spalle, colpendolo a morte. Dopodichè si sarebbero dati alla fuga, che però non è durata tantissimo. Qualche minuto dopo sono stati infatti presi a poca distanza dal luogo del delitto. Nell’occasione i Carabinieri hanno anche perquisito la loro auto, che i due avevano usato per provare a far perdere le proprie tracce. Testimoni hanno inoltre riferito di averli visti prima e durante il delitto nei pressi dell’abitazione. Che è stata anch’essa setacciata, al pari dei cellulari e degli abiti dei due romeni. I quali si trovano ora in carcere a Velletri. In attesa di capire quale sia stato il motivo del loro gesto.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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