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Politica, il libro del Generale Vannacci che scuote l’opinione pubblica

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Politica, il libro del Generale Vannacci che scuote l’opinione pubblica

Politica – Ha scatenato mille polemiche l’uscita del libro “Il mondo al contrario” testo scritto e autopubblicato dal Generale Vannacci uscito il 10 agosto che sta scalando tutte le classifiche nella categoria Libri di Amazon.

Nel libro di 373 pagine ci sono riflessioni, attacchi e provocazioni verso i temi attuali nell’Italia di oggi. Le critiche alle lobby del femminismo e del mondo Lgbtq e alcune considerazioni sul fenomeno migratorio che fanno molto pensare. Il Generale specifica subito nella prefazione del testo che provocatoriamente vuole “rappresentare lo stato d’animo di tutti quelli che, come me, percepiscono negli accadimenti di tutti i giorni una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che percepiamo come sentire comune”.

Un testo sì, provocatorio che spara a zero su alcune questioni abbastanza discusse nel nostro belpaese. Il nocciolo dell’analisi sviluppata nel libro è che “… Nel nostro Paese esiste una dittatura imposta dalle minoranze attraverso discutibili regole di inclusione e tolleranza”. Secondo il generale in Italia stiamo assistendo a “… Un lavaggio del cervello di chi vorrebbe favorire l’eliminazione di ogni differenza compresa quella tra etnie, per non chiamarle razze”. Un testo provocatorio anticonformista al politicamente corretto, da prendere però con leggerezza per alcuni passaggi forse un po’ troppo radicali come il “…L’odio è un sentimento, un’emozione che non può essere repressa in un’aula di tribunale. Rivendico a gran voce anche il diritto all’odio e al disprezzo”. 

La polemica politica dopo il libro di Vannacci

La questione è subito diventata politica e ovvie le critiche del mondo lgtbq attraverso le parole di Zan e Laura Boldrini

 

Subito pronta la risposta alle critiche “Sono pronto a confrontarmi sulle mie opinioni e nel campo delle argomentazioni, del merito, non di altri aspetti. La libertà di opinione è una delle radici della nostra radice libera e occidentale. Giordano Bruno lo hanno bruciato perché aveva un pensiero controcorrente”, conclude il Generale Vannacci.

La biografia di Roberto Vannacci

Il generale di divisione Roberto Vannacci è attualmente comandante dell’Istituto Geografico Militare di Firenze. Inizia la sua carriera militare come paracadutista, incursore dell’esercito del nono reggimento d’assalto Paracadutisti Col Moschin.

Ha conseguito il brevetto di incursore e ha comandato il Distaccamento Operativo Incursori, la Compagnia ed il Battaglione presso tale reparto. Ha ricoperto l’incarico di “Chief Special Forces” presso il Corpo d’Armata di reazione Rapida della NATO a Solbiate Olona.

Sempre al Comando di unità di Forze Speciali ha partecipato alle operazioni in Somalia, Rwanda, Yemen, nei Balcani, in Costa d’Avorio, in Iraq, in Afghanistan e in Libia. In particolare, nell’ultimo decennio, ha comandato per due turnazioni lo Special Forces Task Group in Iraq, ed è stato il primo Comandante della Task Force 45 in Afghanistan.

Nel 2011 è stato impiegato in supporto alle autorità diplomatiche in Libia dove, tra l’altro, ha organizzato e portato a termine l’evacuazione d’emergenza della sede diplomatica di Tripoli e dei concittadini che ancora erano nelle vicinanze della capitale. Nel periodo 2013-14 è tornato in Afghanistan quale Capo di Stato Maggiore delle Forze Speciali della NATO. Nel 2017 è stato impiegato per un anno in Iraq quale Comandante del Contingente nazionale terrestre dell’operazione Prima Parthica.

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Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.

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Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.

# Incontro a Gemonio tra Salvini e Bossi: Un Dialogo Proficuo

Un significativo incontro si è svolto a Gemonio, Varese, tra il leader della Lega Matteo Salvini e l’ex segretario Umberto Bossi. La conversazione, durata oltre un’ora, è avvenuta in un’atmosfera di cordialità e rilassatezza, specialmente dopo le recenti notizie infondate sullo stato di salute di Bossi. Salvini ha descritto l’incontro come estremamente positivo, esprimendo soddisfazione reciproca.

Tematiche Affrontate nell’Incontro

Durante il colloquio, sono stati affrontati diversi argomenti di rilevanza nazionali. In primo luogo, l’autonomia è stata al centro del dibattito, con Salvini che l’ha definita una “battaglia storica della Lega”, utile per l’intero Paese. Oltre a ciò, si è parlato di infrastrutture lombarde, giustizia, sicurezza e immigrazione. Anche le questioni economiche e le strategie energetiche, compreso un occhio attento al nucleare, hanno trovato spazio nelle discussioni.

L’incontro ha visto la presenza della famiglia di Bossi, tra cui sua moglie Manuela Marrone e il figlio Renzo. Salvini ha manifestato l’intenzione di mantenere Bossi aggiornato sugli sviluppi futuri, promettendo nuove occasioni di incontro.

Prospettive di Ulteriori Incontri

Tra gli impegni presi, Salvini ha assicurato che terrà Bossi informato sulle questioni affrontate, aprendo a un futuro incontro che includerà anche ministri, a partire da Roberto Calderoli. Questa premessa sottolinea l’importanza di un dialogo continuo e costruttivo con il fondatore della Lega, riconoscendo il suo valore e contributo ai temi cruciali che il partito e il Paese si trovano ad affrontare.

Questa iniziativa di coinvolgimento evidenzia come la Lega intenda valorizzare la propria storia e il legame con le radici, mirando a costruire un futuro solido e orientato verso l’autonomia e la sicurezza nazionale.

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Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano

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Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano

Dimissioni di Gennaro Sangiuliano: Un Cambiamento al Vertice della Cultura

La Lettera di Dimissioni

Il 7 settembre 2024, Gennaro Sangiuliano ha ufficialmente rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo di Ministro della Cultura. Questo annuncio è avvenuto attraverso una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni, dopo una serie di polemiche e indiscrezioni che hanno tenuto banco negli ultimi giorni. Sangiuliano ha espresso la sua soddisfazione per i risultati ottenuti nelle politiche culturali durante il suo mandato, ma ha affermato la necessità di considerare le sue dimissioni come “irrevocabili”.

Pressioni e Malumori nel Governo

Le tensioni all’interno del governo erano palpabili, con pressioni crescenti nei confronti di Sangiuliano. Fonti vicine al governo hanno rivelato che l’atmosfera era diventata insostenibile a causa delle continue rivelazioni legate a un’imprenditrice campana. Questa situazione ha messo in discussione la credibilità dell’intero esecutivo e della stessa Giorgia Meloni, spingendo alcuni membri di Fratelli d’Italia a suggerire che fosse indispensabile chiudere la questione rapidamente per il bene della coalizione.

Il Ruolo della Meloni e l’Exit Strategy

Dopo un iniziale sostegno a Sangiuliano, la premier Meloni ha riconosciuto che le circostanze richiedevano una rapida risoluzione della crisi. Questo ha portato a una riflessione profonda sull’opportunità politica di chiudere la questione al più presto. Meloni ha poi deciso di non partecipare al G7 dei Parlamenti e ha dedicato il suo tempo alla gestione della situazione e all’individuazione di una strategia di uscita per Sangiuliano. Nel pomeriggio, ha informato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, delle dimissioni del ministro.

Il Nuovo Ministro e le Prospettive Future

Dopo aver accettato le dimissioni di Sangiuliano, il Presidente Mattarella ha firmato il decreto che nomina Alessandro Giuli, attuale presidente della Fondazione Maxxi, come nuovo Ministro della Cultura. In seguito al giuramento di Giuli, Giorgia Meloni ha espresso pubblicamente il suo apprezzamento per Sangiuliano, definendolo un uomo capace e onesto, e ha assicurato che con il nuovo ministro continueranno gli sforzi per il rilancio della cultura nel Paese.

Reazioni e Riconoscimenti

Le reazioni alle dimissioni di Sangiuliano sono state di sostegno e riconoscimento. Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha elogiato Sangiuliano per il suo operato e ha sottolineato come la sua scelta di dimettersi gli permetta di difendersi e dimostrare la sua integrità. Matteo Salvini ha anch’esso inviato un messaggio di gratitudine al ministro dimissionario e ha dato il benvenuto al suo successore Giuli.

In conclusione, le dimissioni di Gennaro Sangiuliano segnano un momento significativo nella politica culturale italiana, evidenziando le sfide e le dinamiche che influenzano l’attuale governo. La nomina di Alessandro Giuli potrebbe rappresentare un nuovo inizio per il dicastero e per la cultura nazionale.

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